Invictus Dal profondo della notte che mi avvolge, Nera come un pozzo da un polo all'altro, Ringrazio qualunque dio esista Per la mia anima invincibile. Nella feroce morsa della circostanza Non ho arretrato né gridato. Sotto i colpi d'ascia della sorte Il mio capo è sanguinante, ma non chino. Oltre questo luogo d'ira e lacrime Incombe il solo orrore delle ombre, E ancora la minaccia degli anni Mi trova e mi troverà senza paura. Non importa quanto stretto sia il passaggio, Quanto piena di castighi la vita, Io sono il padrone del mio destino; Io sono il capitano della mia anima. William Ernest Henley |
giovedì 21 gennaio 2016
Invictus di William Ernest Henley
1 commento:
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Grazie Vincenzo, è molto bella, piena di angoscia ma anche di forza. La copio sul mio quaderno.
RispondiEliminaBuona giornata.
Antonella