Articolo da Associazione Consumatori - AECI
Roma - 08 gennaio 2016 - Roma - 08 gennaio 2016
Dal 1878 l’Annuario statistico italiano accompagna il percorso della statistica ufficiale, offrendo un patrimonio di dati statistici solido e strutturato e molte chiavi di lettura sui principali temi ambientali, sociali ed economici che interessano il Paese. Questa edizione, la seconda nella nuova veste con contenuti, grafica e modalità di diffusione fortemente rinnovati, propone in apertura di ogni capitolo una sintesi dei dati più rilevanti, oltre a grafici e indicatori che guidano il lettore nell’interpretazione dei fenomeni. I dati presentati nei 24 capitoli, con dettaglio regionale e generalmente riferiti al 2014, sono accompagnati da un confronto sintetico con i quattro anni precedenti e da un ampio set di metadati, glossario e note metodologiche.
Ritorno in città
La
distribuzione della popolazione fra comuni capoluogo e comuni compresi
nelle cinture urbane sta nuovamente cambiando. Dopo la fuga dalle grandi
città dei primi anni duemila, che ha fatto crescere in misura
significativa i residenti dei comuni della prima e seconda cintura, fra
il 2011 e il 2014 la direzione si è invertita e, pur con alcune piccole
eccezioni, gli spostamenti dalla prima e dalla seconda corona sono ora
diretti verso il centro capoluogo.
Ancora in crescita la raccolta differenziata, restano le differenze lungo la Penisola
Nel
2014 la quantità di rifiuti urbani raccolti si attesta a 29,7 milioni
di tonnellate (488 chilogrammi per abitante), lo 0,3% in più dell’anno
precedente, con una modesta inversione di tendenza rispetto al periodo
2010-2013. La raccolta differenziata raggiunge il 45,2%, dal 40% del
2012; a livello territoriale i valori più alti si registrano in
Trentino-Alto Adige (67,0%) e in Veneto (67,6%); quelli più bassi in
Sicilia (12,5%) e Calabria (18,6%). Nel Settentrione, ad eccezione di
Valle d’Aosta e Liguria, tutte le regioni differenziano più della metà
dei propri rifiuti.
Sempre più energie rinnovabili
Negli
ultimi cinque anni si è ridotto in misura consistente l’apporto delle
fonti tradizionali alla produzione di energia elettrica, da 76,6% del
2010 a 63,0% del 2014. Al contempo è cresciuto il contributo delle fonti
rinnovabili, nel 2014 si attestano al 43,1% della produzione lorda
totale.
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Fonte: Associazione Consumatori - AECI
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
Articolo tratto interamente da Associazione Consumatori - AECI
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