martedì 19 gennaio 2016

L’economia delle diseguaglianze


 Articolo da Sbilanciamoci.info

Sessantadue persone sono più ricche di 3,6 miliardi di esseri umani. Sessantadue persone che in cinque anni hanno visto la propria ricchezza crescere del 44%, oltre 500miliardi, mentre la metà più povera del pianeta si impoveriva del 41%. I dati divulgati da Oxfam sono un affronto e una vergogna dal punto di vista della giustizia […]

Quando il movimento Occupy Wall Street lanciò lo slogan “siamo il 99%” probabilmente non immaginava che solamente pochi anni dopo quel 99% sarebbe realmente stato la parte più povera del pianeta. Eppure oggi l’1% più ricco della popolazione ha un patrimonio superiore a quello del rimanente 99%. Sono alcuni dati contenuti nell’ultimo rapporto di Oxfam sulle diseguaglianze, presentato in vista del Forum di Davos dei prossimi giorni.

Sempre secondo il rapporto “An economy for the 1%”, non solo le diseguaglianze stanno aumentando, ma stanno addirittura accelerando. Nel 2010 bisognava prendere i 388 miliardari più ricchi per arrivare al patrimonio della metà più povera del pianeta. Nel 2014 bastava fermarsi all’ottantesimo. Oggi sono 62. Sessantadue persone sono più ricche di 3,6 miliardi di esseri umani. Sessantadue persone che in cinque anni hanno visto la propria ricchezza crescere del 44%, oltre 500miliardi, mentre la metà più povera del pianeta si impoveriva del 41%.

Ancora, dall’inizio del secolo alla metà più povera del mondo è andato l’1% dell’aumento di ricchezza, mentre l’1% più ricco se ne accaparrava la metà. E’ un fenomeno particolarmente drammatico nei Paesi più poveri, ma che accomuna tutto il mondo. Nel Sud, il 10% più povero ha visto il proprio salario aumentare di meno di 3$ l’anno nell’ultimo quarto di secolo. Se le diseguaglianze non fossero cresciute durante questo periodo, 200 milioni di persone sarebbero uscite dalla povertà estrema. Nello stesso arco di tempo, negli USA lo stipendio medio è cresciuto del 10,9%, quello di un amministratore delegato del 997%.

In questo quadro, di quale ripresa, di quale crescita, di quale economia parliamo? Tralasciamo l’insostenibilità ambientale e persino l’ingiustizia sociale. Guardiamo unicamente le conseguenze economiche. In uno studio recente l’OCSE ricorda che le diseguaglianze hanno causato una perdita di oltre 8 punti di PIL in vent’anni. Un’enormità. Il motivo è semplice: se famiglie e lavoratori sono sempre più poveri, calano i consumi e quindi la domanda aggregata. Una “soluzione” è indebitare famiglie e imprese per drogare la crescita del PIL. E’ il modello subprime, un’economia del debito che può funzionare per qualche anno, finché inevitabilmente la bolla non scoppia.

Continua la lettura su Sbilanciamoci.info


Autore: 

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.



Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info


3 commenti:

  1. E' davvero preoccupante...anche nei paesi cosiddetti "civili" la gente è sempre più povera e si indebita, non parliamo poi del sud del mondo..eppure i modelli economici che vengono proposti non sono diversi da quelli che ci hanno portato a questo disastro...non so più cosa pensare...ma sono molto preoccupata, soprattutto per le giovani generazioni.

    RispondiElimina
  2. Che ci siano 62 paperoni non è un delitto. Intendiamoci: se sono nati straricchi ed hanno aumentato il loro capitale hanno fatto bene. Se sono nati ricchi e sono riusciti a diventar ricchissimi sfruttando la loro intelligenza, è tutto OK!
    Male sarebbe se avessero accumulato le loro ricchezze sfruttando il lavoro minorile o la fame del mondo.
    Il male è che questi 62 paperoni non si consorsiano in un club elargento un miserrimo un per mille delle loro sostanze per costruire ospedali in Africa, per esempio.
    Ma non penso che gli venga mai in mente.

    RispondiElimina
  3. È impressionante con tutto questo che sta cambiando, io credo che qualcosa succederà in questo secolo!!!
    Tomaso

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.