domenica 4 gennaio 2015

4 gennaio 1947 – Il sindacalista Accursio Miraglia viene assassinato da Cosa Nostra


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Accursio Miraglia (Sciacca, 2 gennaio 1896 – Sciacca, 4 gennaio 1947) è stato un sindacalista italiano, presidente della Camera del lavoro di Sciacca, ucciso da Cosa Nostra.

Nacque da Nicolò e Maria Rosa Venturini, figlia naturale della duchessa Tagliavia. Suo padre, impiegato all'esattoria, morì quando i cinque figli erano ancora in tenera età. La madre portò avanti la famiglia a forza di sacrifici e aprì una bottega di generi alimentari in via Vittorio Emanuele. Essa con la sua forte personalità riuscì a far studiare la figlia maggiore, Brigida, ad Agrigento, presso la scuola normale di San Francesco dove ottenne il diploma d'insegnante nel 1909. Anche gli altri figli studiarono: «Peppino conseguì la licenza tecnica presso la scuola “Mariano Rossi”, Calogero ottenne il diploma di ragioniere, Eloisa frequentò la scuola magistrale dove prese il diploma di maestra.”
Accursio, invece, frequentò la scuola tecnica “Mariano Rossi” di Sciacca e, in seguito, l'Istituto Tecnico Commerciale di Agrigento. Diplomatosi con il massimo dei voti, poco più che ventenne iniziò a lavorare al Credito Italiano di Catania. Dopo un anno venne trasferito, come capo ufficio, a Milano dove conobbe parecchie personalità politiche ed uomini di cultura. Qui, rimase incantato dal pensiero di Bakunin così tanto che si iscrisse al gruppo anarchico di Porta Ticinese e con loro iniziò la sua attività politico-sociale unendosi con la classe operaia che lottava per una vita più dignitosa nelle fabbriche.
Fu licenziato dalla banca per “contrasti di natura politica”. I dirigenti mal sopportavano l'attività di Miraglia per il sociale, le lotte a fianco degli operai e la continua ricerca di giustizia ed uguaglianza. Rientrò a Sciacca e iniziò la sua vita professionale nel suo paese. Realizzò una propria industria ittico-conserviera. E in seguito, fu anche rappresentante e commerciante di ferro e metalli al porto. Ebbe così l'occasione di aiutare, durante la seconda guerra mondiale, molti artigiani che necessitavano di queste materie prime (di cui ne era vietata la vendita) per svolgere il proprio lavoro.
Era un uomo molto impegnato nel lavoro, ma riusciva a trovare il tempo anche per lo studio e l'attività sociale. Vere e proprie passioni furono quelle di dipingere, scrivere e suonare il violino. Sono molto note a Sciacca le collettive di pittura con Benso, Cusumano, Curreri, Di Giovanna e Sorrentino. Per quanto riguarda la poesia, questa occupò un grande spazio in Miraglia scambiando le sue emozioni col fraterno amico e poeta Vincenzo Licata, al quale fece e donò il suo ritratto. Venne nominato amministratore del Teatro Rossi di Sciacca. Era sempre a contatto con la gente, vicino ai loro problemi. Spesso diceva: “per la ripresa della nostra vita operativa è indispensabile rivolgersi alla terra e al mare, creature come l'uomo, di Dio”.
Ma proprio in quel periodo la terra era in mano ai gabellotti mafiosi, mentre il mare era pericoloso da attraversare, date le spesso fatiscenti condizioni delle imbarcazioni. Un altro beneficio che portò alla gente disagiata di Sciacca fu quello di aiutare padre Michele Arena nella restaurazione a proprie spese di una parte dell'orfanotrofio. Si adoperò con ogni mezzo per aiutare le orfanelle del Boccone del Povero e portava loro, settimanalmente, carretti colmi di generi di prima necessità.

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1 commento:

  1. Onore a Lui!
    Peccato però che la storia non ci abbia insegnato niente e dopo Lui ne siano stati ammazzati ancora altri. Troppi!

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