lunedì 26 novembre 2012
La giara: recensione teatrale
La giara è una commedia in un atto unico del 1916 di Luigi Pirandello.
Trama
Don Lolò Zirafa, il protagonista della vicenda, è ricco e taccagno. Vede dappertutto nemici che vogliono depredarlo della sua roba, ed essendo di carattere litigioso, non perde occasione di citare in giudizio i suoi presunti avversari spendendo una fortuna in liti e facendo spesso perdere la pazienza al suo consulente legale, che non vede l'ora di toglierselo di torno.
Dopo l'acquisto di una enorme giara per conservare l'olio della nuova raccolta, accade un fatto strano: per ragioni misteriose il grosso recipiente viene ritrovato perfettamente spaccato in due, fatto che fa montare Zirafa su tutte le furie.
La giara potrà essere riparata da Zi' Dima, un artigiano del posto che si vanta di avere inventato un mastice miracoloso: ma Zirafa non si fida ed insiste affinché il conciabrocche renda più sicura la saldatura usando anche dei punti di filo di ferro. Ciò colpisce profondamente l'artigiano nel suo orgoglio: convinto che i suoi meriti siano sottovalutati, egli è infatti sicuro che il suo prodigioso mastice sia più che sufficiente a fare un buon lavoro. Comunque, costretto ad obbedire al padrone ed in preda all'ira, Zi' Dima si mette all'interno della giara per eseguire più comodamente il suo intervento, ma si distrae dimenticando che la giara ha un collo molto stretto. Così, terminata la riparazione, resterà bloccato all'interno.
Ne nasce subito una lite: Zi' Dima vuole in ogni caso essere pagato per la perfetta riparazione, mentre Zirafa si dichiara disposto a pagarlo, ma vuole essere risarcito per il fatto che per liberarlo bisognerà rompere la giara. Don Lolò infatti decide di pagare il conciabrocche per il suo lavoro, non per senso di giustizia, ma per non essere in torto di fronte alla legge. Zi' Dima non cede e, ricevuto il suo compenso, rifiuta qualsiasi risarcimento. Non sapendo come risolvere la situazione, don Lolò si rivolge per l'ennesima volta al suo avvocato che gli consiglia di liberare Zi' Dima, altrimenti correrà il rischio di essere accusato di sequestro di persona.
Il parere non riceve affatto l'approvazione di Don Lolò Zirafa, che ritiene responsabile Zi' Dima del fatto di essersi balordamente imprigionato nella giara che, una volta rotta per liberarlo, non potrà più essere riparata. Il cocciuto conciabrocche, a sua volta, si rifiuta di risarcirlo affermando di essere entrato nella giara proprio per mettere i punti che don Lolò aveva preteso: se si fosse fidato del suo mastice miracoloso, ora avrebbe la sua giara come nuova. Piuttosto che pagare, preferisce restare dentro la giara dove dice di trovarsi benissimo; e lì infatti passerà tranquillamente e allegramente la notte, fra canti e balli dei contadini ai quali, servendosi proprio del denaro ricevuto da Don Lolò, ha offerto vino e cibarie. In preda alla rabbia, per il danno e la beffa, Don Lolò Zirafa finisce per tirare un poderoso calcio alla giara che si romperà definitivamente e Zi' Dima, così involontariamente liberato, avrà partita vinta.
Curiosità
Ne furono in seguito tratte due versioni cinematografiche: la prima, del 1954 venne diretta da Giorgio Pàstina ed inserita nel film a episodi Questa è la vita; la seconda, del 1984 venne inserita nel film a episodi Kaos, dei fratelli Taviani.
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Photo credit funadium caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons
3 commenti:
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sai che a scuola una volta l'abbiamo messa in scena ed io interpretavo don Lolò.
RispondiEliminaCiao COdW,
RispondiEliminala grandezza di Pirandello nel presentarci i difetti e le debolezze umane con situazioni e vicende grottesche " diverte anche i più giovani,portandoli a riflettere: il miglior modo per imparare la vita.
Mi emozionò molto alla prima lettura/studio: erano i tempi della vecchia scuola media!
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