martedì 15 febbraio 2011

Sulla libertà di Kahlil Gibran


E un oratore disse:
Parlaci della Libertà.
E lui rispose:
Alle porte della città e presso il focolare vi ho veduto, prostrati, adorare la vostra libertà,
Così come gli schiavi si umiliano in lodi davanti al tiranno che li uccide.
Sì, al bosco sacro e all'ombra della rocca ho visto che per il più libero di voi la libertà non era che schiavitù e oppressione.
E in me il cuore ha sanguinato, poiché sarete liberi solo quando lo stesso desiderio di ricercare la libertà
Sarà una pratica per voi e finirete di chiamarla un fine e un compimento.
In verità sarete liberi quando i vostri giorni non saranno privi di pena e le vostre notti di angoscia e di esigenze.
Quando di queste cose sarà circonfusa la vostra vita, allora vi leverete al di sopra di esse nudi e senza vincoli.
Ma come potrete elevarvi oltre i giorni e le notti
Se non spezzando le catene che all'alba della vostra conoscenza hanno imprigionato l'ora del meriggio?
Quella che voi chiamate libertà è la più resistente di queste catene, benché i suoi anelli vi abbaglino scintillando al sole.
E cos'è mai se non parte di voi stessi ciò che vorreste respingere per essere liberi?
L'ingiusta legge che vorreste abolire è la stessa che la vostra mano vi ha scritto sulla fronte.
Non potete cancellarla bruciando i libri di diritto né lavando la fronte dei vostri giudici,
Neppure riversandovi sopra le onde del mare.
Se è un despota colui che volete detronizzare, badate prima che il trono eretto dentro di voi sia già stato distrutto.
Poiché come può un tiranno governare uomini liberi e fieri,
Se non per una tirannia e un difetto della loro stessa libertà e del loro orgoglio?
E se volete allontanare un affanno, ricordate che questo affanno non vi è stato imposto, ma voi l'avete scelto.
E se volete dissipare un timore, cercatelo in voi e non nella mano di chi questo timore v'incute.
In verità, ciò che anelate e temete, che vi ripugna e vi blandisce, ciò che perseguite e ciò che vorreste sfuggire,
Ognuna di queste cose muove nel vostro essere in un costante e incompiuto abbraccio.
Come luci e ombre unite in una stretta, ogni cosa si agita in voi.
E quando un'ombra svanisce, la luce che indugia diventa ombra per un'altra luce.
E così quando la vostra libertà getta le catene diventa essa stessa la catena di una libertà più grande.

Tratto da Il Profeta di Kahlil Gibran

7 commenti:

  1. uhm! posso fare un commento, contro?

    questi profeti, filosofi, dicono tutto e il contrario di tutto, se non ho capito male il succo è questo: prima di cercare la libertà fuori di te, cercala dentro di te.
    ma però, non è meglio cercare la libertà fuori, per la mia gente, la mia città la mia patria, ora e subito, e poi crogiolarsi nell'io infinito pieno di drammi e problemi vari?

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  2. Gibran l'ho letto parecchi anni fa, ma questa parte ancora la ricordo benissimo, personalmente trovo che sia illuminante.
    Bacioni
    Sabrina&Luca

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  3. Si può anche interpretare con il fatto che occorre sentirsi libero nel proprio intimo per contribuire alla conquista di una libertà più generale. Ma un grande autore, come invero avviene in questo caso, incanta soprattutto - e parlo per me - per l'uso sapiente delle parole e per il ricorso ad immagini plastiche e pregnanti.

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  4. Stellapolare ha ragione, ma anche Gibran. Cercare la libertà nel sociale è necessario e non rinviabile, ma solo l'attenta riflessione ci permette la consapevolezza della libertà e il suo difficile equilibrio con la libertà di ogni uomo.
    saluti

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  5. Scrivere le stesse frasi non serve, il mio pensiero si avvicina a ciò che ha espresso Francesco Zaffuto. Buon pomeriggio Cavaliere.

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  6. Solo chi si sente libero è libero.
    Concordo pienamente con Gibran.

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