giovedì 2 gennaio 2025

2025: l'inizio della Generazione Beta



Articolo da FuturoProssimo

La Generazione Beta parte nel 2025. Questi bambini, cresciuti con IA e automazione, affronteranno sfide senza precedenti ma vivranno di più. 

Una nuova pagina nella storia dell’umanità si è aperta da ieri, 1° gennaio 2025. I bambini nati a partire da questa data apparterranno alla Generazione Beta, la prima a crescere in un mondo dominato dall’intelligenza artificiale e destinata a vivere fino al XXII secolo. Mi sento ancora più vecchio, ora: grazie, eh? 

L’era dei nativi artificiali

La società di ricerca McCrindle, fondata dal ricercatore sociale Mark McCrindle che ha coniato anche il termine Generazione Alpha, prevede che la Generazione Beta costituirà il 16% della popolazione mondiale entro il 2035.

Questi bambini saranno profondamente plasmati dalla tecnologia, seguendo le orme della Generazione Alpha, i cui membri sono stati soprannominati “bambini iPad” per la loro stretta relazione con i dispositivi digitali (lotto anch’io per arginare il fenomeno, con alterni risultati, essendo io stesso genitore di una Gen Alpha oggi settenne).

La differenza fondamentale? È che la Generazione Beta sarà la prima a crescere in un mondo dove l’intelligenza artificiale e l’automazione sono già parte integrante della società. E ne vedrà delle belle, o delle brutte. Secondo gli esperti di McCrindle, la Generazione Beta dovrà affrontare sfide epocali come la crisi climatica e i grandi cambiamenti demografici globali. La loro vita, come detto, sarà definita dalla convivenza con l’intelligenza artificiale e con l’automazione diffusa.

Il quadro generazionale

Per comprendere meglio il contesto, ecco la classificazione delle generazioni degli ultimi 100 anni:

  • Generazione Beta: 2025-2039
  • Generazione Alpha: 2010-2024
  • Generazione Z: 1997-2009
  • Millennials: 1981-1996
  • Generazione X (la mia): 1965-1980
  • Baby Boomers: 1946-1964
  • Generazione Silenziosa: 1928-1945

Il presidente del Pew Research Center, Michael Dimock, ha sottolineato come sia meglio vedere queste categorie generazionali come una lente per comprendere i cambiamenti sociali, piuttosto che come etichette che semplificano eccessivamente le differenze tra i gruppi.


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Fonte: FuturoProssimo

Autore: Gianluca Riccio


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Articolo tratto interamente da FuturoProssimo


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