Articolo da Roars
Il Decreto ministeriale di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario 2024 non solo riduce le risorse rispetto all’anno precedente, ma una ‘manina’ vi ha introdotto una nuova modalità di calcolo della quota perequativa che riduce l’entità della perequazione con tagli che si cumulano nel tempo, rischiando di produrre una marcata contrazione delle risorse per alcuni atenei e finendo così con l’aumentare i divari. Come siamo ormai abituati da decenni di politica bipartisan sulle università nessuno si assume la responsabilità di discutere le scelte politiche che vengono mascherate dietro oscuri tecnicismi persi in uno dei tanti allegati del DM.
Sta facendo molto discutere la bozza del Decreto Ministeriale di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario 2024 per le università, presentata per il consueto parere a CUN, CNSU, ANVUR e CRUI. In particolare diversi organi di stampa hanno riportato le preoccupazioni della CRUI circa l’entità del finanziamento, che segnerebbe una pericolosa inversione di rotta con un taglio di circa 200 ml di euro rispetto all’anno precedente.
Il testo della bozza, che è stato reso noto dalla testata CorriereUniv (a questo link), ad un primo sguardo può somigliare a quello degli anni precedenti. Il che non sarebbe una novità: a parte l’entità delle cifre, anche il testo del DM FFO 2023 era quasi lo stesso di quello del 2022, che a sua volta era quasi lo stesso di quello del 2021 … Ma il diavolo è nei dettagli, ed in questo caso … negli allegati. Precisamente nell’ “Allegato 2”, che dettaglia i criteri di riparto del “Fondo Perequativo”. Qui le differenze non mancano, come mostrato in figura:
La differenza più evidente potrebbe sembrare nella clausola di salvaguardia: ogni ateneo non può ottenere meno del 4% di quanto ricevuto l’anno precedente (invece nel 2023 si dava garanzia di ottenere almeno quanto ottenuto nel 2022). Ma quel “-4%” è un dato contingente, che dipende dal fatto che l’entità complessiva dei finanziamenti da ripartire è diminuita come si diceva prima. A proposito, 4% di che cosa? Da quando esiste il “Fondo Perequativo”, cioè dal 2011, fino all’ultima ripartizione, quella del 2023, la base di riferimento per il calcolo era costituita da quanto ciascun ateneo avesse ottenuto dalla ripartizione della “quota base” + “quota premiale” + “quota perequativa”. Consideriamo l’esempio di un ateneo di medie dimensioni che nel 2023 in tali voci aveva ricevuto un totale di 100 ml di euro, e supponiamo che nel 2024 tra quota base e quota premiale abbia diritto a ricevere 90 ml di euro. Bene, in questo caso la clausola di salvaguardia al -4% avrebbe dato diritto al nostro ateneo di ricevere ulteriori 100·(1-0,04) – 90 = 96 – 90 = 6 ml di euro di quota perequativa. “Avrebbe dato”. Già, perché dopo 13 anni, la modalità di calcolo sembra verrà cambiata. A stravolgerla sono quelle parole “piani straordinari di reclutamento” che una manina ha innocentemente aggiunto all’Allegato 2 della bozza di DM.
A quanto ammontano tali “piani straordinari di reclutamento”? Ce lo dice l’Art. 6 della bozza stessa: a oltre un miliardo di euro!
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Fonte: Roars
Autore: Beniamino Cappelletti Montano
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Articolo tratto interamente da Roars
Il governo, per come stando le cose taglierà molte più cose.
RispondiEliminaTutti servizi fondamentali.
EliminaNon si taglia la cultura! Si deve tagliare gli stipendi ai parlamentari!
RispondiEliminaQuelli sono aumentati.
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