Articolo da East Journal
Venerdì 12 luglio, il Parlamento della Finlandia (eduskunta) ha adottato una deroga alla Costituzione che legalizza i respingimenti di migranti alla frontiera russa. Una difesa preventiva contro l’eventuale “strumentalizzazione della migrazione” da parte del Cremlino – ma anche uno strumento legislativo in spregio dei diritti dei richiedenti asilo sulla base del diritto internazionale ed europeo.
Una deroga alla Costituzione – per prevenire un attacco ibrido
Il disegno di legge è stato approvato con 167 voti favorevoli, 31 contrari e un’astensione. Per poter introdurre una deroga alla Costituzione era necessaria una maggioranza dei cinque sesti, raggiunta grazie al parziali sostegno di Socialdemocratici e Partito di Centro dall’opposizione.
La legge consente di sospendere le procedure d’asilo e impedire l’accesso al territorio finlandese alle persone alla frontiera, anche con la forza, in caso di “strumentalizzazione” della migrazione, definita nel testo come azioni di “stati o altri attori” per facilitare i movimenti migratori irregolari verso un altro paese nel tentativo di destabilizzarlo – un caso illustrato dalla crisi al confine polacco-bielorusso dal 2021. Il divieto d’ingresso nel paese non dovrebbe applicarsi a minorenni, disabili e persone particolarmente vulnerabili – ma chi vi si oppone sostiene che sarà impossibile garantire tali eccezioni.
“Speriamo che questa legge non debba mai essere applicata, ma che funzioni come una legislazione preventiva“, ha concluso il ministro degli interni Mari Rantanen (Partito finlandese, ECR). “Dalla fine dello scorso anno, abbiamo visto la Russia utilizzare i migranti come strumento di influenza ibrida“, ha affermato il primo ministro Petteri Orpo (Partito della Coalizione Nazionale, PPE), sottolineando che la grande maggioranza riflette l’unanimità del popolo finlandese sulle questioni di sicurezza. Orpo ha detto che la Finlandia lavorerà per una soluzione legislativa a livello europeo per affrontare “l’immigrazione strumentalizzata”.
Il confine di 1.340 km tra la Finlandia e la Russia è chiuso dal novembre 2023. Il governo di Helsinki ha annunciato a metà aprile che estenderà la chiusura a tempo indeterminato, a causa del crescente numero di arrivi di cittadini di paesi terzi, tra cui Yemen, Siria e Somalia. Meno di 40 migranti hanno attraversato il confine russo-finlandese attraverso i boschi nel 2024, da quando la Finlandia ha chiuso i suoi valichi terrestri, mentre circa 1.300 persone sono arrivate nel 2023, secondo i dati della Guardia di frontiera. Resta aperto un valico di frontiera ferroviario, riservato esclusivamente alle merci.
Respingimenti e diritto europeo
La nuova legge di fatto legalizza la pratica dei respingimenti alla frontiera (pushback, refoulement), senza seguire le necessarie procedure d’asilo. Tali respingimenti sono illegali per il diritto internazionale: la Convenzione europea sui diritti umani (CEDU) vieta l’espulsione di persone verso paesi in cui sarebbero a rischio di persecuzioni, tortura o trattamenti inumani e degradanti. Anche la Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 non prevede nessuna deroga al principio fondamentale di non respingimento.
La difenditrice civica finlandese contro la discriminazione, Kristina Stenman, ha affermato che sarebbe allarmante se la Finlandia rifiutasse di accettare domande di asilo da parte di persone che arrivano ai suoi confini. Secondo Eve Geddie, di Amnesty International, “Questa legge mina gravemente l’accesso all’asilo e la protezione dal respingimento in Finlandia. Rischia di servire da via libera alla violenza e ai respingimenti al confine”.
L’UNHCR e il Commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa hanno espresso preoccupazione per la mancanza di allineamento della risposta della Finlandia con il diritto internazionale ed europeo, mentre il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha evidenziato “i rischi di penalizzazione, detenzione e respingimento affrontati dai richiedenti asilo” in Russia.
Come riporta EurActiv, un portavoce ha affermato che la Commissione europea sta analizzando la nuova legge per garantire che non vi siano violazioni del diritto comunitario, sottolineando che l’UE non tollererà alcun tentativo di “strumentalizzare” i migranti e continuerà a sostenere gli Stati membri in questo senso. “Gli Stati membri hanno l’obbligo di proteggere le proprie frontiere esterne. Sono loro che sono nella posizione migliore per definire come farlo nella pratica, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali”.
Autore: Andrea Zambelli
Articolo tratto interamente da East Journal
Vogliono stare in Europa ma si fanno le leggi a comodo loro. Noi italiani gli unici a procedere a capo chino e a subire, con la classe politica che ci ritroviamo poi...
RispondiEliminaLeggi che fanno discutere.
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