lunedì 11 marzo 2024

Regna il caos ad Haiti



Articolo da L'Indipendente

L’ultimo aggiornamento battuto dalle agenzie di stampa nella notte parla di «città sotto assedio» dopo che aggressori armati hanno preso di mira il palazzo presidenziale e la sede della polizia nella capitale Port-au-Prince. La poverissima nazione caraibica è nel caos da ormai una settimana, dopo che i gruppi armati politico-criminali che controllano gran parte della città hanno lanciato l’attacco al governo guidato dal primo ministro Ariel Henry. Dapprima hanno fatto irruzione nelle carceri, permettendo di evadere a oltre 4.000 detenuti, poi hanno attaccato ripetutamente le forze di polizia, assaltato il porto, l’aeroporto e il palazzo presidenziale, evidenziando ulteriormente l’incapacità delle forze di sicurezza haitiane nel ripristinare l’ordine. Henry da giorni è irreperibile, auto-esiliatosi a Puerto Rico in attesa che le acque si calmino, mentre di fatto il Paese è nel caos più totale. «Stiamo esaurendo il tempo a nostra disposizione», ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, testimoniando come la situazione sia prossima al punto di non ritorno.

Le bande criminali, riunitesi sotto la sigla di “Fòs Revolisyonè G9 an fanmi e alye” – Forze rivoluzionarie della famiglia G9 e alleati – sono capeggiate dall’ex poliziotto Jimmy Chérizier, detto Barbecue, il cui obiettivo è quello di rovesciare il governo illegittimo del primo ministro Ariel Henry. Insediatosi a capo del governo nel 2021, con l’appoggio degli Stati Uniti, e a seguito dell’assassinio dell’allora primo ministro Jovenel Moïse da parte di un commando di mercenari, Henry aveva il compito di guidare il paese verso le elezioni. Di cui ad oggi però non si conosce ancora la data. Il Primo Ministro di Haiti, che già nel 2022 aveva richiesto alle Nazioni Unite l’invio di un contingente militare in supporto alla polizia locale, si era recato la scorsa settimana in Kenya per siglare un accordo con il suo omonimo kenyota William Ruto. Il Kenya si era infatti impegnato nell’ottobre 2023 ad inviare nella Nazione caraibica un contingente di 1.000 poliziotti, nonostante il parere contrario dell’Alta Corte del Kenya, che lo scorso gennaio aveva dichiarato incostituzionale l’invio di suoi poliziotti fuori dai confini nazionali. Da oltre una settimana Henry non è presente ad Haiti, e dopo che le autorità della Repubblica Dominicana gli avevano negato il permesso di atterrare nel Paese confinante con Haiti, e incapace di atterrare nell’aeroporto di Port-au- Prince circondato dalle gang, ha dovuto trovare rifugio a Puerto Rico, dove si trova ormai dal 5 marzo.

La situazione di caos sta esacerbando una crisi umanitaria per la popolazione civile, che ha ancora deve fare i conti con i postumi del terribile terremoto che colpì il paese nell’agosto del 2021, causando oltre 2.000 vittime. Nel 2023, oltre 8.400 persone ad Haiti sono rimaste uccise, ferite o rapite come conseguenza delle violenze, il doppio rispetto al 2022. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) al dicembre del 2023, gli sfollati interni ad Haiti erano oltre 310.000, in un contesto in rapido deterioramento come hanno dimostrato gli eventi delle ultime settimane. Stando ai dati delle Nazioni Unite, ad Haiti 5,5 milioni di persone su una popolazione di 11,7 hanno bisogno di assistenza umanitaria, mancano inoltre i servizi basici come scuole e ospedali e nel Paese è in corso un’epidemia di colera.

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Fonte: L'Indipendente

Autore: 
Enrico Phelipon


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Articolo tratto interamente da L'Indipendente


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