sabato 23 marzo 2024

PFAS anche nei fiumi toscani



Articolo da Greenpeace Italia

Dopo il Veneto, la Lombardia e il Piemonte, anche la Toscana risulta contaminata da PFAS, sostanze chimiche pericolose per la nostra salute. Lo scorso gennaio, con una troupe della trasmissione Presadiretta di Rai3, siamo andati in diverse province toscane per analizzare la concentrazione di queste sostanze nei corsi d’acqua vicini agli scarichi dei distretti dell’industria conciaria, tessile, florovivaistica e della carta, e per verificare se la presenza di questi distretti contribuisca alla contaminazione ambientale. Il quadro di contaminazione che emerge dalle nostre analisi è tutt’altro che rassicurante.

I PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) sono un gruppo di oltre 10 mila molecole differenti prodotte e utilizzate in diversi processi industriali, note per essere “inquinanti eterni” e pericolose per la salute umana. Di recente, una delle molecole PFAS è stata classificata come cancerogena per l’uomo, mentre altre sono note per essere interferenti endocrini. I nostri campioni d’acqua analizzati da un laboratorio indipendente rivelano che la contaminazione da PFAS è largamente diffusa anche in Toscana e interessa numerosi corsi d’acqua inquinati dagli scarichi di diversi distretti industriali. 

I risultati dei nostri campionamenti

I nostri campionamenti sono stati effettuati per lo più nei fiumi sia a monte che a valle di questi noti impianti di depurazione industriale:

  • il consorzio Torrente Pescia e Aquapur (distretto carta);
  • i depuratori del distretto conciario (depuratore Aquarno) e del cuoio (depuratore Cuoio-Depur, che scarica nel Rio Malucco);
  • i fiumi Ombrone, Bisenzio e Fosso Calicino (distretto tessile);
  •  il torrente Brana (distretto florovivaistico). 

Le concentrazioni più elevate sono state rilevate nel Rio Malucco, nel Fosso Calicino, nel fiume Ombrone e nel Rio Frizzone a Porcari a valle del depuratore Aquapur. 

Nel fiume Ombrone la concentrazione a valle del distretto tessile è risultata circa 20 volte superiore rispetto a monte, mentre nel Rio Frizzone a valle del depuratore la presenza di PFAS era di circa 9 volte rispetto a monte. Consulta tutti i dati nel report integrale.

Oltre a rilevare alcune delle singole molecole di PFAS più utilizzate, le analisi di laboratorio hanno permesso di effettuare anche una stima della presenza di tutti i PFAS – un gruppo di oltre diecimila molecole differenti – rilevando il totale del fluoro organico adsorbibile (AOF). L’applicazione di questa tecnica analitica ha evidenziato le contaminazioni più preoccupanti a valle di uno dei depuratori del distretto tessile a Prato, quello di Calice (4.800 nanogrammi/litro), seguito dal canale Usciana a valle del depuratore Aquarno che riceve gli scarichi del distretto conciario (4.500 nanogrammi/litro) e nel Rio Frizzone a valle del depuratore Aquapur (3.900 nanogrammi/litro) a Porcari, nel distretto cartario lucchese. 

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Fonte: Greenpeace Italia 

Autore: 
Giuseppe Ungherese


Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Greenpeace Italia


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