Ancora una volta, il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Ilaria Salis, l'insegnante milanese detenuta da 13 mesi in Ungheria con l'accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra.
La decisione arriva dopo la seconda udienza del processo a suo carico, durante la quale i legali della Salis avevano nuovamente appellato alla sua innocenza e alle precarie condizioni del carcere di Budapest, dove la donna ha denunciato di aver subito maltrattamenti.
Il caso Ilaria Salis è un esempio emblematico delle difficoltà che gli attivisti antifascisti incontrano in Ungheria, dove il governo di Viktor Orbán è accusato di reprimere le opposizioni e di limitare la libertà di espressione.
La mobilitazione per la sua liberazione non si ferma. In Italia e all'estero sono state organizzate numerose manifestazioni di solidarietà e sono state lanciate petizioni per chiedere la sua scarcerazione.
Mi angoscia vederla apparire in tribunale con manette, cavigliere e guinzaglio. E' una visione terribile. Non avevo mai visto così nemmeno i più feroci assassini. Spero vivamente che possa ottenere gli arresti domiciliari, perché un trattamento così è veramente disumano.
RispondiEliminaMolto disumano!
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