Le donne afgane protestano contro il divieto talebano di chiudere i saloni di bellezza

Articolo da Wikinotícias

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Le donne afghane che possiedono e lavorano nei saloni di bellezza si sono riunite a Kabul per due giorni questa settimana per protestare contro la recente decisione dei talebani di chiudere le loro attività.

Affermando che la mossa costringerà le loro famiglie guidate da donne alla povertà, i manifestanti hanno fatto appello al leader talebano Hibatullah Akhundzada, che secondo quanto riferito risiede nella provincia di Kandahar, che evita di apparire in pubblico e non incontra le donne.

Il decreto di Akhundzada di chiudere tutti i saloni di bellezza femminili entro un mese segna l'ultimo di una lunga serie di politiche discriminatorie imposte dal suo cosiddetto Emirato islamico, che ha fatto guadagnare all'Afghanistan il famigerato titolo di "regime di apartheid di genere" delle Nazioni Unite e gruppi per i diritti.

"Hanno chiuso università, scuole, istruzione e lavoro, e ora chiudono questa strada anche alle donne. Non so cosa vogliano da noi i leader dell'Emirato islamico", ha detto una donna a TOLOnews, un canale televisivo locale.

"Due famiglie con bambini disabili dipendono dal mio lavoro", ha detto un'altra donna.

Nonostante le suppliche delle donne che protestavano, la decisione di chiudere le sale verrà attuata a tempo debito, ha affermato Mohammad Sadiq Akif, portavoce del ministero talebano per l'applicazione della Sharia, che ha emesso il controverso ordine.

"Abbiamo già fornito ragioni economiche e islamiche", ha detto Akif.

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