Articolo da GIFT – Great Italian Food Trade
European Food Safety Autorithy (EFSA), il 6 luglio 2023, ha concluso la revisione paritetica della valutazione del rischi di sicurezza associati all’irrorazione del glifosate in agricoltura, parchi e giardini. EFSA dichiara la sostanziale assenza di rischi per la salute pubblica e l’ambiente, pur ammettendo le carenze di dati e incertezze. (1)
La coalizione #StopGlyphosate, che da anni si batte per la messa al bando dell’erbicida, ha creato un nuovo sito ove raccogliere studi scientifici indipendenti e informazioni sui pericoli e rischi del glifosate, nonché le alternative possibili e sostenibili all’erbicida più venduto in Europa e nel mondo.
1) ECHA, EFSA e il glifosate. I pareri-gruviera
La valutazione di EFSA pone le basi per l’ulteriore rinnovo dell’autorizzazione all’impiego del glifosate nel Vecchio Continente, in attuale scadenza a dicembre 2023. L’opinione a sua volta si basa sulla precedente valutazione della European Chemical Agency (ECHA). La quale, come si è visto, aveva trascurato le frodi scientifiche e omissioni emerse nei ‘Monsanto papers’. (2) Salvo poi concludere, ancora nel 2022, che il glifosate non soddisfa i criteri per venire considerato una sostanza cancerogena, mutagena o reprotossica. Pericoloso solo per gli occhi e l’ambiente marino.
EFSA avrebbe considerato 2.400 studi e 180 mila dossier. E tuttavia ammette che a causa di ‘lacune nei dati (…) non è stato possibile risolvere in via definitiva alcune questioni’. Non è stato possibile valutare i rischi relativi a:
– sicurezza alimentare. Vale a dire i rischi associati all’esposizione dietetica al glifosato e il suo deposito nei tessuti umani, a partire dalla fase prenatale,
– effetti negativi su sviluppo neuronale e microbioma (già dimostrati in alcuni studi scientifici pubblicati in peer-review),
– tossicità di uno dei componenti della formula di pesticidi a base di glifosato, tuttora privo di indicazioni su tossicità acuta e genotossicità,
– effetti di una delle impurità presenti nel glifosato,
– sopravvivenza e salute le piante acquatiche.
Su questi non trascurabili aspetti EFSA indica la necessità di ulteriori ricerche.
2) Biodiversità, occhi chiusi
I rischi per la biodiversità vengono altresì sorvolati da EFSA, con la misera giustificazione secondo cui si tratta di problemi ‘complessi’ che ‘dipendono da molteplici fattori’:
– a ben vedere salute dei vegetali, salute e benessere di ogni specie animale (incluse le api e gli insetti impollinatori) sono entrati a pieno titolo nei concetti di´pericolo’ e ‘rischio’ di sicurezza alimentare, grazie allo Official Controls Regulation (EU) No 2017/625. Eppure,
– l’Autorità europea scarica il barile sui Paesi membri, i quali dovrebbero valutare l’eventuale adozione di misure volte a ‘mitigare’ i suddetti rischi. Trascurando che
– il glifosato viene invece considerato rischioso per ambiente e salute pubblica (ecotossicologia). Con rischi a lungo termine per i mammiferi identificati in 12 sui 23 utilizzi testati del glifosato. (3)
3) Stop Glyphosate
Stop Glyphosate è una coalizione istituita nel 2015 da organizzazioni ed esponenti della società civile che da allora chiedono il divieto dell’uso del glifosate in tutta Europa.
1.320.517 firme sono state raccolte nell’omonima European Citizens’ Initiative – nel 2017 (4) – ma le Commissioni succedutesi (Juncker, Von der Leyen) non vi hanno dato riscontro. Con buona pace agli obiettivi di protezione della biodiversità indicati nella Nature Restoration Law (NRL) e quelli di drastica riduzione degli agrotossici citati nel Sustainable Use of pesticides Regulation (SUR), -50% entro il 2030, EFSA però non considera le preoccupazioni espresse dai cittadini, né le frodi scientifiche e le omissioni documentali di Bayer – Monsanto e altri sui rischi del glifosate. (5)
La coalizione ha perciò pubblicato un nuovo sito web ove raccogliere gli studi indipendenti che i colossi dell’agrochimica continuano a nascondere. Studi che, come si è visto, indicano possibili correlazioni tra l’esposizione al glifosato e
– aumento del rischio di linfoma non Hodgkin,
– alterazione del sistema endocrino e riproduttivo,
– intossicazioni al microbioma delle api,
– danni al microbioma intestinale dell’uomo, anche alle dose considerate sicure e ammesse in UE,
– aumento dell’antibiotico-resistenza nei batteri ospedalieri,
– riduzione della biodiversità. (6)
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Fonte: GIFT – Great Italian Food Trade
Autore: Dario Dongo - Alessandra Mei
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Articolo tratto interamente da GIFT – Great Italian Food Trade
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