Articolo da Cogito et Volo
Io ti scrivo, tu mi scrivi, poi io ti scrivo e non rispondi più. Mai più. Si chiama ghosting – sparire all’improvviso come fantasmi – ed è un fenomeno sociale molto diffuso. Ne parliamo con Giulia Rapisarda, psicologa.
Quando ci si riferisce al ghosting si pensa a un atteggiamento moderno, complici i social network e la messaggistica istantanea. A ben pensarci, anche il fu Mattia Pascal “ghostò” la moglie fingendosi morto. È quindi un’esigenza con origini antiche quella di voltare pagina da un momento all’altro?
Bellissimo il paragone con Mattia Pascal, il quale decide non solo di ghostare la moglie, ma tutti coloro che lo conoscevano, approfittando dell’occasione dell’assurda notizia del suo suicidio e creandosi poi una nuova identità. C’è un grande punto in comune che è il desiderio di fuggire dalle proprie responsabilità uscendone quanto più pulito possibile, ma anche una grossa differenza: Mattia sparisce dagli occhi e dalla vita di tutti e la sua morte sarebbe stata un grande dolore per i suoi cari, ma la sua scomparsa avrebbe avuto una causa ed una giustificazione.
Ghostare una persona al giorno d’oggi è un pelino diverso dalla fortunata occasione che ebbe il Pascal, è un atteggiamento più subdolo e meno ingegnoso… io sparisco dalla tua vita, e basta. Non c’è un perché, non c’è una causa scatenante, e se c’è tu non la verrai mai a sapere.
Ho inoltre sottolineato il “dalla vita di tutti” perché a differenza di Pascal, che sarebbe scomparso per sempre dalla vita di qualsiasi persona, chi ghosta ha un’unica vittima e nonostante questa venga bloccata su tutti i social e le venga negata dal nulla ogni possibilità di comunicazione, non sarebbe comunque difficile che possa veder spuntare il suo fantasma nelle foto di amici o di amici di amici, o peggio incontrarlo per strada e venire ignorato completamente.
Le conseguenze di tutto ciò sono un costante senso di frustrazione e insicurezza che la vittima proverà fin quando, ahimè, non se ne farà una ragione (perché quasi mai si scopre il reale motivo dell’allontanamento). Sarà sempre un costante domandarsi “Perché, cosa gli ho fatto di male?” ed un rimuginare sulle proprie azioni e soprattutto sul proprio modo di fare e di essere, con conseguente calo dell’autostima perché magari “sono sbagliato e forse me lo meritavo”.
In quanto alle possibili antiche origini di sentire il bisogno di voltare pagina, ti rispondo: assolutamente sì. Ma non si tratta semplicemente di voltare pagina, ma di fuggire dalle proprie responsabilità, dalle più grandi alle più insignificanti, in maniera distaccata e totalmente egoistica.
In Giappone si parla di johatsu ed è qualcosa di persino più esteso e grave: si decide di sparire non solo dalla comunicazione mediatica ma anche dalla vita reale, facendo perdere le proprie tracce. Si fa johatsu per sfuggire ai creditori, ai problemi sentimentali o lavorativi. Da cosa scappa chi fa ghosting in occidente?
Collegandoci alla domanda di prima, sarebbe meglio dire che Pascal più che ghosting fece johatsu. È esattamente ciò che ho spiegato pocanzi. La differenza essenziale è la superficialità della stragrande maggioranza delle cause che portano a ghostare una persona.
Scappo da te perché il nostro primo appuntamento non mi ha soddisfatto, scappo da te perché ti ho trovato un difetto che non accetto, scappo da te perché tizio mi ha detto che hai qualcosa che non va, perché mi sono stufato di te, perché non ho il coraggio di dirti che hai fatto o detto qualcosa che non mi è piaciuto… insomma, scappo da te perché non ho il coraggio di sbatterti la verità in faccia.
È mille volte più facile non risponderti più o peggio cliccare il tasto “blocca” che venire a parlarti del perché non mi trovo bene con te e passare, chissà, pure per un infame. Abbiamo perso l’abitudine di affrontare le situazioni preferendo addirittura passare per vigliacchi. Ed è importante evidenziare il fatto che il ghosting non riguarda solo le relazioni amorose, ma qualsiasi tipo di rapporto.
Quali sono i primi segnali del ghosting? Si può prevenire in qualche modo?
È difficile prevedere se si verrà ghostati o meno, proprio perché è un comportamento che viene attuato da un momento all’altro e spesso senza una causa apparente. Moltissimi infatti passano settimane, addirittura mesi chiedendosi il perché della scomparsa repentina di una persona.
Il ghosting è un fenomeno ancora poco studiato in letteratura; gli studi più recenti affermano sia un comportamento facilmente attuato dalle personalità narcisistiche, le quali non sono capaci di stabilire veri e propri legami affettivi ed emotivi poiché non riescono a pensare ai bisogni degli altri e non posseggono empatia sufficiente per rendersi conto di causare nell’altro una grossa sofferenza.
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Fonte: Cogito et Volo
Autore: Sabrina Sapienza
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Articolo tratto interamente da Cogito et Volo
È un fenomeno odioso, indice di una società malata. Una volta, per interrompere una relazione o un'amicizia, bastava dirselo. Adesso si scompare nel nulla. Che idiozia!
RispondiEliminaUn fenomeno in continua ascesa.
EliminaA volte il ghosting può essere causato anche da problemi reali che ti costringono anche solo momentaneamente ad abbandonare la rete. Sparire da uno solo è impossibile perché quest'ultimo lo troverebbe in altri siti virtuali e quindi farebbe due più due
RispondiEliminaSpesso si sparisce senza comunicazioni.
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