Articolo da Cgil Modena
I lavoratori si logorano nei luoghi di lavoro, e le aziende non si fanno carico del rischio infortunio (anche grave) e delle malattie professionali che sono in aumento.
E’ questo il grido di allarme della Fiom Cgil di Modena che sta affrontando il problema con i propri delegati aziendali.
Dati ufficiali per ora non sono disponibili, ma tante sono le
segnalazioni informali che vengono dai lavoratori. E in attesa del rilevamento di settembre tramite la somministrazione di un questionario ai lavoratori delle aziende metalmeccaniche, la Fiom sta da mesi ponendo il tema all’attenzione dei propri delegati.
A gennaio il primo incontro con Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) e
Rls (Rappresentanti lavoratori per la sicurezza) e lo scorso 29 giugno
un nuovo seminario su salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.
Le patologie più frequenti e in crescita, che magari i lavoratori si limitano solo a riferire ai propri colleghi, sono le malattie dell’apparato muscolo scheletrico,
quali ad esempio, la sindrome del tunnel carpale dovuta ai movimenti
ripetitivi compiuti a seguito dell’utilizzo di avvitatori,
smerigliatrici, ecc…, oppure il cosiddetto “dito a scatto” che si
manifesta con il blocco delle articolazioni delle dita sottoposte a
movimenti frequenti e ripetuti. Ma poi anche l’epicondilite dovuta
all’infiammazione del tendine del gomito a causa di sforzi importanti,
nonché di movimenti frequenti. Infine, patologie a carico del rachide
cervicale e lombare (ernie) causate o da posture incongrue mantenute a
lungo nel tempo o da flessione del capo/rachide lombare, indotte dalla
necessità di movimentare pesi durante il lavoro per sollevarli da terra o
collocarli/prelevarli sugli scaffali.
“I lavoratori si logorano nei luoghi di lavoro, e le aziende non investono” denunciano Massimo Valentini e Sauro Tondelli della Fiom Cgil. “La salute e sicurezza viene considerata un costo e non un investimento – proseguono i sindacalisti – Serve invece un cambio culturale, la necessità di mettere a budget ogni anno risorse per garantire il benessere del lavoratore, a cominciare dalla formazione e informazione preventiva prima dell’inizio del lavoro (obbligatoria per legge), che deve poi diventare costante e continua sia per i lavoratori che per dirigenti e preposti. Serve poi investire nel miglioramento e nella manutenzione degli impianti”.
“La pandemia da Covid 19 ha contribuito a peggiorare le condizioni di
lavoro, poiché c’è la corsa da parte delle aziende a recuperare il
fatturato perso – afferma Aurora Ferrari della segreteria Cgil Modena – si fa pressione sui lavoratori per accelerare i ritmi di lavoro e questo è ancor più forte nel sistema degli appalti”.
Le persone si ammalano, lavorando, agli arti superiori, alla schiena e in generale all’apparto muscoloscheletrico, e anche il rischio di infortuni è in aumento.
Fonte: Cgil Modena
Autore: Cgil Modena
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Articolo tratto interamente da Cgil Modena
Una denuncia importante, speriamo non cada nel vuoto, grazie.
RispondiEliminaSperiamo bene.
EliminaGli infortuni sono in aumento, con ritmi insostenibili.
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