mercoledì 10 febbraio 2021

Non una di meno: appello ai sindacati verso lo sciopero dell’8 marzo



Comunicato da NonUnaDiMeno 

Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!

Appello ai sindacati verso lo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo

La pandemia ha reso evidente quello che il movimento femminista e transfemminista globale ha affermato negli ultimi anni con la pratica dello sciopero: non è possibile lottare efficacemente per aumentare il salario o per migliorare le condizioni contrattuali senza combattere la violenza maschile e di genere che pervade la società entrando in ogni luogo di lavoro.

L’8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista: sciopero generale della produzione e della riproduzione, del consumo, sciopero dai ruoli imposti dai generi.

La pandemia ha esibito la centralità e insieme la crisi della riproduzione sociale e del welfare pubblico: le condizioni della sanità e della scuola ne sono l’esempio più lampante. La gestione dell’emergenza ha fatto leva su altro sfruttamento: sull’assenza completa della tutela della salute in particolare nei settori essenziali; sul lavoro gratuito o malpagato di milioni di donne; sull’intensificarsi di forme di lavoro a distanza non normato e sul sovrapporsi del lavoro produttivo e di cura nello spazio domestico, più che mai luogo di violenza per le donne e le soggettività lgbtqia+. I dati Istat mostrano che a essere colpiti dalla pandemia in termini di perdita del lavoro sono soprattutto le donne (a dicembre, 99mila su 101mila), che si sommano a quelli persi a causa di un doppio carico di lavoro divenuto del tutto ingestibile nel corso della pandemia. La crisi sanitaria, economica e sociale ha colpito e colpirà ancora una volta il lavoro femminile, migrante, non tutelato, informale, precario. Le attività di riproduzione sociale sono state definite ‘essenziali’, il che ha significato un’intensificazione massiccia dello sfruttamento. Al di là di ogni falsa retorica sull’inclusione lavorativa e sulle politiche di conciliazione vita-lavoro, sono e saranno le donne, le migranti e le soggettività lgbtqia+ a pagare il prezzo più alto.

L’8 marzo ci troveremo alla vigilia dello sblocco dei licenziamenti e nel pieno della definizione del Recovery Plan. I 209 miliardi per la “ricostruzione” arriveranno in Italia, ma sul loro impiego lo scontro è aperto. La gestione dei fondi europei ha determinato la caduta del governo Conte bis e un nuovo commissariamento avanza.

Alla prospettiva di un piano di ricostruzione patriarcale e confindustriale, vogliamo opporre un piano femminista di trasformazione sociale: un salario minimo europeo e reddito di autodeterminazione, welfare universale e non familistico, permesso di soggiorno europeo non condizionato al lavoro e alla famiglia, diritto alla salute e all’autodeterminazione, priorità della salute ecosistemica rispetto ai profitti.

La sfida di uno sciopero generale è più che mai ardua quanto urgente: abbiamo visto già a partire dal marzo dello scorso anno l’introduzione di ulteriori limitazioni e attacchi al diritto di sciopero, che mirano a spuntarne la forza. Eppure in questi mesi duri molti sono stati gli scioperi e grande il protagonismo delle donne: pensiamo agli scioperi delle lavoratrici che con il lavoro rischiano anche il permesso di soggiorno, a quelli delle lavoratrici e delle operaie che non vogliono scegliere tra salute e salari da fame per garantire i profitti; a quelli della scuola e della sanità che rifiutano l’etica della missione e reclamano investimenti pubblici e fuoriuscita dalla precarietà; agli scioperi contro i licenziamenti camuffati da trasferimenti, a quelle lavoratrici che non vogliono arrendersi al peso crescente del lavoro riproduttivo a discapito del proprio salario.

Noi crediamo che i sindacati che condividono questa urgenza oggi debbano raccogliere di nuovo la sfida e sostenere lo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo. Ai sindacati che fino ad ora non hanno accolto i nostri appelli chiediamo se si adatteranno a questo presente opprimente, oppure se staranno dalla parte delle donne, delle persone Lgbt*qia+ e di tutt* coloro che lottano non solo per i loro diritti, ma per eliminare il sessismo, lo sfruttamento e le molteplici forme di discriminazioni e violenza ancora così radicati e diffusi nella nostra società.

Come abbiamo sempre fatto, continueremo a sostenere con tutte le nostre forze le delegate e le lavoratrici che, con o senza l’appoggio delle segreterie sindacali, si stanno mobilitando per organizzare e praticare lo sciopero. E anche oggi chiediamo dunque a tutti i sindacati di aderire allo sciopero generale del prossimo 8 marzo 2021 garantendo la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro. Oltre all’indizione dello sciopero per l’intera giornata e per tutti i comparti del settore pubblico e privato, invitiamo inoltre le organizzazioni sindacali a sostenere lo sciopero femminista nelle forme più opportune: mandando la convocazione su tutti i posti di lavoro e riportando le motivazioni dello sciopero, indicendo le assemblee sindacali per informare lavoratrici e lavoratori sulle rivendicazioni della giornata, favorendo l’incontro tra lavoratrici e lavoratori e i nodi territoriali di Non Una di Meno, nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista.

Non Una Di Meno


16 commenti:

  1. Seguo le iniziative di "Non una di meno" ma non sapevo di questo sciopero.
    Tendenzialmente diffido dall'utilità di queste manifestazioni, ma spero di sbagliarmi.

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    1. Lo sciopero può sempre servire, negli anni si è perso la voglia di lottare, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, meno diritti e più sfruttamento dei lavoratori.

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  2. Purtroppo "Non una di meno" è uno slogan che a quanto pare non fa desistere alcun maschio bestiale dal praticare violenza.
    Non credo molto agli scioperi, specie se il giorno dopo tutto resta com'era. Uno sciopero come si deve va portato a oltranza, finché i colpevoli non vengano assegnati alle giuste pene. E in quel caso, "non unO di meno!"

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    1. L'importante è iniziare, restare in silenzio non serve a nulla.

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  3. Concordo pienamente. Le pari opportunità non sono state ancora raggiunte e la violenza contro le donne è una vergogna da combattere con tutte le nostre forze. Buona serata a te.

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    1. Lo sai come la penso, quindi condivido in pieno il tuo pensiero.

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  5. Caro Vincenzo, sono con te e approvo questo sciopero.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio.
    Tomaso

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  6. Guarda condivido ogni parola, l'unica cosa che mi permetto di aggiungere sommessamente è che, tante volte mi è capitato di vedere anche capi donne attuare politiche patriarcali ed atteggiamenti poco rispettosi nei confronti delle donne. Specie nel comparto hotellerie e turismo a volte ho assistito a certi comportamenti di responsabili donne che se li avesse compiuti un responsabile uomo altro che richiamo ai sindacati, si sarebbe andati direttamente al tribunale dell'Aia. Purtroppo le cose sono ancora più complesse di quanto si potrebbe pensare a livello lavorativo.

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    1. Puoi capitare, ma se ragioniamo la maggioranza dei posti è occupata dagli uomini, in primis la politica del mondo.

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    2. Su questo sfondi una porta aperta, personalmente vorrei vedere finalmente una vera parità di diritti, possibilità e stipendi tra uomini e donne e vorrei vedere molte più donne in posizioni di comando. Esprimevo semplicemente una mia esperienza personale, nel corso degli anni ho visto uomini e donne in posizioni di potere comportarsi bene o male indipendentemente dal sesso e non è detto che un capo donna rispetti le dignità delle lavoratrici solo perché donna anche lei. Non è una garaznia in senso assoluto, questo dicevo. Ci sono persone e persone, tutto quì. Serena serata.

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    3. Purtroppo il potere può far perdere la testa a tutti, indipendentemente dal sesso.

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