Articolo da World Politics Blog
Nell’Italia del lavoro nero è fin troppo facile imbattersi negli affitti occultati e non registrati, nei contratti di locazione non depositati.
La situazione abitativa sfugge all’umana comprensione di quanti hanno una casa di proprietà, e vivono esistenze diverse da quanti invece si trovano sotto sfratto, alla ricerca di un canone locativo abbordabile per salari bassi, lavori precari, famiglie numerose non referenziate.
I numeri raccontano di una lievissima crescita dei canoni di locazione.
Nel frattempo, molti Enti locali stanno alienando il loro patrimonio o lo cedono ad aziende partecipate incaricate di gestirlo.
Se un Comune non possiede alloggi e vende tutto il possibile per fare cassa, difficilmente riuscirà a convincere dei proprietari a locare i loro immobili, se poi un ente pubblico evita di avere un suo patrimonio abitativo difficilmente sarà nelle condizioni giuste di proporre a dei privati di mettere a disposizione i loro appartamenti per affitti a canone agevolato o concordato.
Le aziende incaricate di gestire le case popolari hanno pochi soldi, insufficienti a gestire un patrimonio vasto e fatiscente, composto di immobili troppo vecchi e bisognosi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Lo Stato non intende farsi carico della manutenzione di questi immobili, lo Stato non vuole predisporre un Piano casa, per farlo dovrebbe tassare i grandi capitali, tassare adeguatamente i patrimoni, operare scelte coraggiose e antitetiche a quelle fino ad oggi intraprese, avrebbe le risorse per iniziare quel piano di recupero degli alloggi gettando le basi di una politica pubblica per il diritto all’abitare.
Gli importi degli affitti crescono progressivamente, senza dubbio più di quanto avviene per i salari che perdono da lustri potere di acquisto.
Molti dei morosi che alla fine ricevono lettere di sfratto non hanno colpa alcuna, la loro morosità è incolpevole, dopo avere affittato un alloggio hanno perso il posto di lavoro o subito decurtazioni salariali per un cambio di appalto e non riescono a pagare la cifra pattuita.
È una situazione diffusa più di quanto pensiamo, noi stessi abbiamo incontrato famiglie divenute morose per un cambio di appalto, per avere perso un posto di lavoro instabile.
I contributi comunali poi sono del tutto insufficienti e seguono criteri spesso opinabili, la realtà è sotto i nostri occhi, anche di chi vuole solo ignorarla.
L’emergenza abitativa è un problema reale pur dimenticato dalla classe politica ma ancor più urgenti sono gli interventi manutentivi della edilizia popolare con centinaia di palazzi costruiti oltre 60 anni fa e bisognosi di interventi urgenti per i quali non ci sono soldi.
Fonte: World Politics Blog
Autore: Federico Giusti
Articolo tratto interamente da World Politics Blog







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