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lunedì 24 novembre 2025

Il diritto all’inclusione scolastica: un obiettivo ancora lontano



Articolo da Openpolis

Gli studenti con disabilità che frequentano le scuole italiane sono in costante aumento a testimonianza della crescente capacità di inclusione. Tuttavia le sfide da affrontare sono ancora molte, a partire dalla disponibilità di personale di sostegno e di postazioni informatiche adattate.

Il diritto allo studio di ragazzi e ragazze con disabilità, anche mediante il ricorso a misure specifiche di assistenza e integrazione, è riconosciuto e tutelato dall’ordinamento italiano come parte integrante del principio di uguaglianza sostanziale e del diritto all’istruzione per tutti. A rafforzare questo quadro, sul piano internazionale, vi è la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la legge 18/2009, che sancisce il diritto all’educazione su base di uguaglianza, senza discriminazioni e con la predisposizione di accomodamenti ragionevoli per favorire la piena partecipazione scolastica.

Un principio ribadito di recente dalla sentenza 12/2025 del Tar del Lazio, nella quale i giudici amministrativi hanno chiarito che il diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità deve essere garantito indipendentemente dalle risorse disponibili.

Né le norme di organizzazione del servizio scolastico, né tanto meno quelle sui vincoli di spesa pubblica, possono giustificare l’imposizione surrettizia di limiti

Tale pronunciamento è ancora più significativo se si considera il progressivo aumento degli studenti con disabilità all’interno del sistema educativo italiano. Durante l’anno scolastico 2023/24 ne risultavano iscritti 359mila, 21mila in più rispetto all’anno precedente. Un incremento che da un lato testimonia una maggiore capacità di individuazione e diagnosi, dall’altro una crescente inclusione nel sistema educativo.

4,5% la quota di alunni con disabilità rispetto al totale degli studenti iscritti nell’anno scolastico 2023/24.

Tuttavia, l’effettiva inclusione scolastica rimane una sfida aperta. Un rapporto del garante per l’infanzia e l’adolescenza ha evidenziato infatti tra le criticità la persistenza di barriere architettoniche, l’uso ancora limitato di strumenti di supporto digitali, e la carenza di insegnanti di sostegno e assistenti all’autonomia adeguatamente formati.

In questo articolo approfondiremo in particolare due dimensioni cruciali per l’inclusione scolastica: il livello di partecipazione degli studenti con disabilità alle attività didattiche in classe e la disponibilità di postazioni informatiche adattate. Due aspetti che, insieme, possono contribuire notevolmente a un apprendimento accessibile e partecipato.

Quanti sono gli studenti con disabilità che frequentano le scuole italiane

Per quanto riguarda l’inclusione degli alunni con disabilità, il 18 marzo 2025 Istat ha pubblicato un nuovo rapporto relativo all’anno scolastico 2023/24. In base a questo documento, gli studenti con disabilità iscritti alle scuole di ogni ordine e grado erano quasi 359mila. Si tratta di un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Tale tendenza è ormai in corso da diverso tempo. Considerando gli ultimi 5 anni infatti gli studenti con disabilità inseriti nel sistema scolastico sono stati 75mila in più.

+26% l’incremento di studenti con disabilità presenti nelle scuole italiane registrato tra il 2019/20 e il 2023/24.

Per quanto riguarda il tipo di disabilità, quella intellettiva è la più comune tra gli studenti (40%). Seguono i disturbi dello sviluppo psicologico (35%) e quelli dell’apprendimento e dell’attenzione (20%). Meno comuni sono le disabilità motorie (9%) e quelle visive o uditive (circa 7%). Da notare che il 37% degli alunni con disabilità presenta più problemi contemporaneamente, in particolare tra gli studenti con disabilità intellettiva (53%). Inoltre il 28% degli studenti ha difficoltà di autonomia (comunicazione, igiene, mobilità, alimentazione).

20% gli studenti con disabilità che non sono autonomi in nessuna attività (comunicazione, igiene, mobilità, alimentazione).

Istat evidenzia inoltre l’aumento degli insegnanti di sostegno con una formazione specifica, passati dal 63% al 73% in quattro anni. Il rapporto alunno-insegnante è di 1,4 nelle scuole statali, migliore del rapporto raccomandato di 2 a 1. Tuttavia segnala anche che un numero considerevole di docenti (27%) non è ancora specializzato, con un picco del 38% nel nord Italia. L’11% di questi insegnanti viene inoltre assegnato in ritardo.

In media, gli studenti usufruiscono di 15,6 ore settimanali di sostegno. Si notano però differenze territoriali in tutti i livelli scolastici, con un maggiore numero di ore di sostegno nelle scuole del mezzogiorno (17,3, ovvero 3,4 ore in più rispetto alle 13,9 del nord). A questo proposito, Istat segnala che il 3,7% delle famiglie ha presentato ricorso al Tar, ritenendo inadeguata l’assegnazione delle ore di sostegno.

Insegnanti di sostegno e assistenti all’autonomia non sono ancora sufficienti.

Un altro elemento critico riguarda il fatto che oltre 15mila studenti con disabilità (il 4,2% del totale) non ricevono l’assistenza necessaria per l’autonomia e la comunicazione. Questa carenza è più marcata nel mezzogiorno, dove la percentuale sale al 5,4%. Spesso si tenta di compensare aumentando le ore di sostegno, sebbene le due figure professionali (assistente all’autonomia e alla comunicazione e insegnante di sostegno) siano complementari e non intercambiabili.

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Fonte: Openpolis

Autore: redazione Openpolis

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Articolo tratto interamente da 
Openpolis


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