Quarant'anni. Sembra ieri, eppure sono passati ben quattro decenni da quell'evento meteorologico che ha segnato un'intera generazione: la storica nevicata del gennaio 1985. Tra il 13 e il 17 gennaio di quell'anno, una fitta coltre bianca si abbatté su gran parte del Nord Italia, ma con effetti significativi in molte altre regioni, paralizzando città, paesi e cambiando radicalmente il paesaggio per giorni.
Milano, Torino, ma anche Brescia, Monza e molte altre città si ritrovarono sommerse sotto metri di neve. Si registrarono accumuli impressionanti, con punte che in alcune zone superarono il metro di altezza. Un evento eccezionale, tanto da essere ribattezzato "la nevicata del secolo", un titolo che ancora oggi, a distanza di quarant'anni, fatica ad essere messo in discussione.
Le immagini di quel periodo sono ancora vive nella memoria di molti: strade impraticabili, auto completamente sepolte dalla neve, persone che si spostavano con gli sci o con le ciaspole in pieno centro città, bambini (e non solo) intenti a costruire pupazzi di neve giganti. La vita quotidiana subì un brusco arresto, con scuole chiuse, trasporti pubblici bloccati e attività commerciali a singhiozzo.
Ma la nevicata del 1985 non fu solo disagio e difficoltà. Fu anche un momento di aggregazione, di riscoperta del piacere di stare insieme, di aiutarsi reciprocamente a spalare la neve e a superare le difficoltà. Un evento che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, un ricordo che si tramanda di generazione in generazione.
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