O Settembre, nel bel parco silente
ove assorto al mio sogno un dì vagai,
fa’ ch’io rivegga ancora dai rosai
fiorir le rose, prodigiosamente.
Ch’io rioda tra i boschi dolcemente
gemer le mie fontane dolci lai
e le gelide statue che mai
mutano gesto, interrogarmi intente.
Irrompa tra i cipressi, per le aperte
finestre, nel castello, la sovrana
fiamma sanguigna del gran sol che muore
e dilaghi via via per le deserte
plaghe, una voce triste che lontana
mi sembri e pianga invece nel mio cuore.
plaghe, una voce triste che lontana
mi sembri e pianga invece nel mio cuore.
Carlo Vallini
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