Davanti al pericolo di un becero revisionismo
storico, non posso fare altro che lasciar parlare il sangue partigiano che mi
scorre nelle vene. Lo dico con orgoglio: mio nonno paterno fece parte del
CLN.
Fin da ragazzino venni educato ad un
sano antifascismo e preparato ad affrontare il mondo, non solo attraverso
ricordi e racconti, ma sulla base di accorte indicazioni letterarie. Il nonno fu
artefice di questa mia iniziazione, lui, dall'alto della sua VI elementare e
qualifica da capomastro, ma padrone di un'invidiabile biblioteca. Lui, convinto
delle sue scelte e delle responsabilità assunte. La notte, rubava tempo al sonno
per leggere, litigando spesso con la nonna per lo spreco di luce. Devo a lui la
scoperta del genio letterario russo, del positivismo francese, della filosofia
(si lesse Nietzsche, Voltaire, Kant), del pensiero politico, quello autentico e
presto tradito dalla neonata repubblica (la prima, s'intende e forse
l'unica, visto l'abortito tentativo di inaugurarne una seconda).
Pietro Chiodi (immagine dal web) |
Alla vigilia di questo 25 aprile, voglio
indicare un libro poco conosciuto, ma fondamentale: Banditi, di Pietro
Chiodi (1915 - 1970). Il testo, oggi, è introvabile se non andando a spulciare
nelle librerie antiquarie o in qualche fornita biblioteca. L'ultima edizione
pubblicata per i tipi di Einaudi risale al 2002 ed è esaurita da tempo. La copia
in mio possesso, l'ho dovuta far arrivare dall'Inghilterra, acquistandola presso
una libreria antiquaria formidabile per catalogo e cortesia nel servizio (l'ho
ricevuto per posta aerea in nemmeno una settimana e senza spese di
spedizione!).
Pietro Chiodi è una figura fondamentale nel
panorama dell'antifascismo piemontese e della resistenza nelle Langhe. Fu
professore e filosofo. Forse conosciuto maggiormente perché insegnante di Beppe
Fenoglio al "Liceo-Ginnasio Govone di Alba".
Fino a qualche anno fa, la sua traduzione di
Essere e tempo di Martin Heidegger era l'unica disponibile in italiano
(sopra quella ho preparato i miei esami universitari).
Immagine dal web |
Banditi non è un romanzo, ma un crudo
resoconto, un diario partigiano. La prosa è scarna. Essenziale. Nuda, ma diretta
e tremendamente efficace. Per coloro che volessero avvicinare opere come Il
partigiano Johnny, potrebbe essere un'ottima lettura d'introduzione.
I protagonisti della narrazione sono reali.
Uomini moralmente cresciuti, esseri umani seri e consapevoli di lottare per la
libertà. Per capire bastino alcune veloci citazioni laddove Chiodi presenta la
figura dell'amico e collega Leonardo Cocito.
"Oggi Cocito ed io abbiamo prestato
giuramento. Cocito chiede serio prima di giurare: - E' necessario per avere lo
stipendio? [...] Cocito incomincia a leggere senza tirare il fiato tutto ciò che
c'è scritto sul verbale: numero di protocollo, articolo tal dei tali ecc...[...]
e alla fine dice: - Scusate, ho voluto bere il calice fino alla
feccia".
"Ieri sera è venuto uno studente a chiedere
i discorsi di Mussolini. Cocito l'ha guardato serio e poi gli ha detto: - Non
hai letto il regolamento? Ci sta scritto che è proibito dare ai giovani libri
osceni".
Mi rendo conto che si tratta solo di parole, ma
le parole possono più delle armi, quando corrono libere. Le parole spargono
opinione e verità, non sangue.
Sono solo idee, poche. Eppure, quando
cominciano a circolare, anche se qualcuno tenta di soffocarle, iniziano a
crescere. Invitano ad una presa d'atto nei confronti della realtà che stiamo
subendo.
Abbiamo bisogno di questo. Di cultura.
Solo l'incubo dell'ignoranza dettata dalla
paura per la verità, può suggerire l'insano proposito di soffocare ogni anelito
alla festa ed all'esercizio della memoria.
Buon 25 aprile, Festa della Liberazione (ora e
sempre)
Fonte: L'infinito essere
Detto bene cara Cavaliere di fronte a quanto sta succedendo vene da credere che nessuno di coloro che dovrebbero fare qualcosa non sono capace di far niente, dunque ricordiamo noi coloro che hanno per so la vita sperando di cambiare qualcosa.
RispondiEliminaIo la resistenza la ho vissuta se anche avevo 14-15 anni ne ho visto di tutti i colori.
Tomaso
Che dire? Per fortuna che esistono ancora questi circuiti indiretti, altrimenti certi libri finirebbero nel dimenticatoio della memoria.. a causa, forse, proprio del loro potente messaggio. Non credo che un libro del genere non interessi al pubblico. Credo che alla base ci siano specifiche scelte.
RispondiEliminaOgni testimonianza sulla Resistenza, soprattutto se intrisa di cultura come questa, risulta preziosa.
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