Articolo da A Sud
Scarichi abusivi, elevata presenza di batteri fecali e di fertilizzanti: la nuova campagna di monitoraggio ambientale consegna dati preoccupanti sullo stato di salute del fiume Aniene. Sostenuto dal programma Periferia Capitale della Fondazione Charlemagne, il progetto Aniene Waterlab indica un metodo di partecipazione civica in grado di produrre dati utili per indagare i livelli di degrado ambientale del secondo fiume di Roma, affluente del Tevere.
Dov’è che le acque dell’Aniene iniziano a peggiorare? Con due anni di campionamenti tra Roma, Tivoli, Subiaco e Vicovaro, questo percorso di scienza partecipata punta a individuare i principali fattori di rischio per il fiume e a promuove una maggiore conoscenza di questo prezioso ecosistema. Al centro del progetto c’è il protagonismo civico, elemento essenziale che ha permesso di realizzare campionamenti lungo le sponde del fiume, in tratti urbani e in zone meno abitate, anche con navigazioni in gommone grazie al coinvolgimento dell’associazione sportiva Roma Adventure, realtà che organizza discese di rafting sul Tevere e sull’Aniene. Molti monitoraggi sono avvenuti con le scuole dei territori coinvolti, e grazie al collettivo L’Aquila Reale ci sono state anche interessanti esperienze artistiche.
La validazione scientifica dei dati raccolti è stata curata da Bruna Gumiero, ecologa fluviale che insegna all’Università di Bologna. Gumiero individua nell’Aniene molti problemi presenti in altri corsi d’acqua del nostro Paese: “I crescenti livelli di inquinamento organico nei fiumi rappresentano una preoccupante emergenza ambientale causata da sistemi fognari obsoleti e infrastrutture di trattamento delle acque reflue insufficienti. Molti di questi sistemi, progettati decenni fa, non sono più in grado di soddisfare le esigenze delle popolazioni moderne e delle attività industriali. Questa inadeguatezza porta al rilascio di acque reflue non trattate o trattate in modo inefficace nei fiumi, aumentando la presenza di inquinanti organici”, spiega Gumiero.
La crisi climatica non è di certo un’alleata nella conservazione dei fiumi: le piogge intense e gli eventi ecologici estremi mettono a dura prova le infrastrutture, i sistemi fognari e gli impianti di depurazione. Una situazione che aumenta gli sversamenti di contaminanti nelle acque.
Serve uno sforzo maggiore per proteggere la qualità dell’acqua
“L’aumento delle temperature peggiora ulteriormente l’impatto ecologico, accelerando la decomposizione della materia organica e riducendo i livelli di ossigeno nei fiumi, danneggiando gli ecosistemi acquatici. Affrontare questa sfida richiede investimenti urgenti per modernizzare gli impianti di trattamento delle acque reflue, migliorare le infrastrutture fognarie e adottare sistemi resilienti per mitigare gli impatti climatici. È fondamentale uno sforzo collaborativo tra governi, industrie e comunità per proteggere la qualità dell’acqua e preservare gli ecosistemi fluviali per le generazioni future”, continua Bruna Gumiero. Il percorso è coordinato dall’associazione Insieme per l’Aniene, in collaborazione con A Sud e con molte realtà del territorio, dalla sorgente alla foce del fiume.
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Articolo tratto interamente da A Sud







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