
Oggi si ricordano i 55 anni dallo Statuto dei Lavoratori, la legge 300 del 1970 che ha rappresentato una pietra miliare nella storia del diritto del lavoro italiano. Questa normativa, nata da un lungo percorso di lotte sindacali e sociali, ha introdotto diritti fondamentali come la libertà di opinione, la tutela contro i licenziamenti arbitrari e la libertà sindacale nei luoghi di lavoro, dando dignità a milioni di lavoratori.
Lo Statuto ha segnato una svolta storica: per la prima volta il lavoratore non era più solo davanti al potere dell’impresa, ma protetto da una legge che riconosceva la sua dignità e i suoi diritti fondamentali. Tuttavia, nel corso dei decenni, molte delle tutele originarie sono state erose da riforme legislative e sentenze, come l’abolizione dell’articolo 18 per molte categorie, il dilagare della precarietà e la difficoltà crescente di esercitare i diritti sindacali nelle nuove forme di lavoro.
In questo contesto, il prossimo 8 e 9 giugno si terranno importanti referendum che rappresentano un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro dei diritti dei lavoratori in Italia. Sono giorni in cui la memoria dello Statuto si intreccia con la realtà attuale, fatta di ricatti lavorativi, precarietà crescente e un numero ancora troppo alto di morti sul lavoro, che testimoniano quanto sia urgente riaffermare la centralità della tutela della persona nel mondo del lavoro.
Il ricordo di quei 55 anni deve essere dunque un richiamo a non abbassare la guardia, a combattere contro ogni forma di sfruttamento e a rinnovare l’impegno per un lavoro che sia davvero dignitoso e sicuro.
Autore: Spartaco
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