Articolo da Quotidiano Piemontese
TORINO – La Corte Costituzionale ha pronunciato una sentenza storica che segna un importante progresso nel riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali in Italia. Con la sentenza numero 68, depositata oggi, i giudici hanno stabilito che i figli nati da coppie di donne attraverso la fecondazione eterologa, effettuata all’estero dove è legale, devono essere riconosciuti fin dalla nascita come figli di entrambe le madri. In altre parole, il sistema giuridico italiano dovrà garantire da subito il doppio riconoscimento materno, senza imporre alle famiglie il ricorso alla stepchild adoption o a lunghe battaglie legali.
Un no alla discriminazione dei bambini
Questa decisione arriva a seguito della battaglia legale intrapresa da una coppia di donne assistita dall’associazione Rete Lenford,
che ha portato la questione fino alla Consulta. I giudici hanno
riconosciuto che la mancata registrazione della seconda madre è una
forma di discriminazione nei confronti dei bambini, perché lede il loro
diritto all’identità personale e al mantenimento di un rapporto
equilibrato con entrambe le figure genitoriali.
La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la genitorialità non si
basa solo sul legame biologico, ma soprattutto sull’impegno e la
responsabilità che una coppia assume nel momento in cui decide di avere
un figlio tramite tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).
Per questo motivo, come già previsto per gli uomini nelle coppie
eterosessuali che acconsentono alla fecondazione eterologa della
partner, anche la “madre intenzionale” nelle coppie lesbiche deve essere
considerata genitore a tutti gli effetti fin dalla nascita.
Un colpo all’interpretazione del governo
La Corte ha così sconfessato la circolare del Ministero dell’Interno del 2023, emanata sotto il governo Meloni, che negava il riconoscimento della seconda madre a molti bambini nati in questo modo. Il giudizio della Consulta ha evidenziato l’incostituzionalità dell’articolo 8 della legge 40 del 2004 nella parte in cui non prevede questo riconoscimento. È la quinta volta che la legge 40, nota per regolamentare la procreazione assistita, viene parzialmente abrogata per motivi costituzionali, dimostrando i limiti di un testo che, secondo molti esperti, è rimasto ancorato a concezioni ideologiche ormai superate.
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Fonte: Quotidiano Piemontese
Autore: Gabriele Farina
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Articolo tratto interamente da Quotidiano Piemontese
Che smacco per il governo.
RispondiEliminaQueste sì che sono belle notizie!
Vero!
EliminaUn nuovo passo avanti verso la giustizia per le coppie di genitori. L'amore in una famiglia non ha sesso, basta che ci sia, e ogni bambino ha il diritto di avere due genitori.
RispondiEliminaConcordo!
EliminaOgni tanto qualche buona notizia,sono contento.
RispondiEliminaMenomale.
EliminaÈ l'amore a fare le famiglie, è banale dirlo eppure ancora dobbiamo.
RispondiEliminaFesteggiamo la notizia
Concordo con le tue parole.
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