Le rose di Maggio
Tutto il mondo fiorito di rose!
Tutto il mondo odoroso di rose!
Anche dove men te l'aspetti
nei giardini fatti serpai,
fra le ortiche e i cardi a mazzetti,
ecco, s'accendono rosai.
S'arrampicano le rose
ai cancelli arrugginiti;
s'affacciano a mura corrose;
si concimano di detriti.
Anche negli orti dei conventi,
per le aiuole di nuove lattughe,
dove, ancora sonnolenti,
passeggiano le tartarughe;
anche lì che fioritura
di rose! E un odor, da lontano,
che vince ogni clausura:
odor di mese Mariano.
E le chiesine di campagna?
Le più nude e poverine
han sugli altari di lavagna
rose doppie e rose canine.
Perfino in quei brevi sterrati
nei cortili degli ospedali
dove guardano al sole i malati
col viso cereo sui guanciali,
v'è luce di rose maggesi:
e che dolce malinconia
di speranza in quegli occhi accesi
di febbre e di nostalgia!
Perfino, sì, nei cimiteri
le rose di rosee foglie
fanno siepe lungo i sentieri
solinghi, e nessuno le coglie:
fioriscon tra lampade e ceri
sui morti sempre più folti:
e son pur le rose di ieri
per quei chiusi occhi sepolti...
Rose, rose!... A poi, le spine.
Allora, oh struggente dolcezza
ch'è in voi, fresche e carnicine
come la stessa giovinezza!
Oh rose di maggio! Oh fiorita
che l'anima e il sangue ci odora!
Tutto il mondo non è che un'aurora:
l'aurora della nostra vita.
Pietro Mastri
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