Articolo da Momi-z
Dimenticato il virus, altri mostri cavalcano il palcoscenico dei media. La guerra, con cascate di salotti TV e comparse agguerrite che spiegano ai tele-incoscienti informazioni a senso unico. La dicotomia noi buoni – Putin-Besprizornik cattivo, tutto viene narrato in modo ansiolitico, con immagini di luoghi bombardati, bambini morti e smarriti, rifugiati nei paesi vicini, esperti geostrategici che costruiscono la storia in modo tale che le colpe siano da una sola parte.
È il pensiero unico di matrice USA-NATO, che ci ricorda come sono iniziate tutte le guerre NATO. Dal Kossovo-Serbia all’Iraq, Libia, Siria, Yemen e quella persa in Afghanistan. Sono le guerre buone quelle!
I reporter erano embedded, raccontavano solo quello che i comandi ordinavano, e i cattivi erano sempre paragonati ai vari dittatori del passato. In quelle guerre non si vedevano bambini morti e distruzioni urbane, erano e sono mostrate come guerre pulite, con bombe intelligenti che qualche volta diventavano stupide, come dire che se sbagliano un bersaglio non è colpa nostra.
Come sempre il paragone buoni-cattivi mette le coscienze in paradiso, come dire che i morti non sono tutti uguali, come ci viene offerto dalla Polonia per i rifugiati: passano gli ucraini ma quelli della Bielorussia dietro il filo spinato possono morire in tranquillità. Questa vergogna e cattivo gusto ci dobbiamo sorbire ancora dall’Europa, ferma nel condannare – giustamente – la Russia, ma assente in altre occasioni.
Chiediamoci perché la NATO si è schierata nei paesi dell’Est dopo l’indipendenza che hanno ottenuto dall’Unione sovietica.
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