venerdì 8 aprile 2022

Crisi alimentare in Siria e Yemen



Articolo da Égalité Onlus

Undici anni di conflitti in Siria e sette anni di bombardamenti sullo Yemen totalizzano oltre 30 milioni di bocche da sfamare, sottolinea Oxfam nei propri recenti appelli. Oltre a due crisi umanitarie ampiamente ignorate dalla politica, salvo che per gli affari legati alle armi, e dal mainstream media occidentale.

La crisi di food security già esacerbata dalla pandemia (FAO, 2021) si aggrava a causa del conflitto in Ucraina, che ha contribuito a un ulteriore aumento generalizzato dei prezzi degli alimenti. E gli aiuti internazionali, ça va sans dir, sono infinitesimali rispetto alle esigenze.

SIRIA

12,4 milioni di persone, pari al 60% della popolazione, vive oggi in una condizione di insicurezza alimentare. La quale si aggiunge alle violenze, gli sfollamenti e la carenza di accesso ai servizi essenziali. 6,5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria, 800 mila sono malnutriti e 2,5 milioni non vanno a scuola. (1)

Siria, 6 su 10 senza cibo

6 cittadini siriani su 10 non sanno letteralmente come procurarsi il cibo. Nell’area intorno a Damasco le persone fanno ore e ore di fila per il pane, mentre i bambini cercano qualcosa da mangiare tra i rifiuti. Per sopravvivere molte famiglie si stanno indebitando, o razionano il numero di pasti.

Sono questi gli effetti indicibili di un conflitto dimenticato, in un Paese dove il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, il tasso di disoccupazione è arrivato al 60% e il salario minimo mensile nel settore pubblico è di 26 dollari’ (Paolo Pezzati, Oxfam Italia, policy advisor per le emergenze umanitarie).

Siria, alcune testimonianze

Oxfam ha intervistato 300 siriani nelle aree governative di Aleppo, Deir-ez-Zor e Damasco rurale. L’88% degli intervistati ha dichiarato di mangiare solo pane, riso e occasionalmente verdure (con gravi carenze di proteine). Il 60% ha affermato di guadagnare meno del necessario per il proprio fabbisogno alimentare. Il 10% fa affidamento solo su pane e tè per sopravvivere e solo l’1,5% può permettersi raramente di acquistare carne.

Per noi non ha senso pensare al domani, se non sappiamo cosa mettere in tavola oggi per sfamare i nostri figli’, racconta Hala, che vive a Deir-ez-Zor una delle zone più devastate dalla guerra, dove Oxfam è al lavoro per soccorrere la popolazione. ‘Lavoro 13 ore al giorno per sfamare i miei figli, ma non sembra bastare’, continua Majed che vive nel governatorato di Rural Damasco. ‘A volte vorrei che la giornata durasse più di 24 ore per lavorare di più. Sono stanchissimo e non so se riusciremo a sopravvivere’. (2)

Siria, prospettive

Il presidente Bashar al Assad è volato ad Abu Dhabi (United Arab Emirates, UAE), il 18.3.22, per la prima volta dopo l’inizio della guerra in Siria. Si intravede così la possibile distensione dei rapporti, già raggiunta da Assad con l’Egitto, e il ritorno della Siria nella Lega Araba.

Il recupero di relazioni collaborative in Medio Oriente apporterà sicuro beneficio all’economia e la popolazione siriana. Gli Emirati Arabi Uniti paiono del resto orientati verso lo sviluppo di network più ampi, che guardano anche a Cina, Russia e India. (3)

YEMEN

Le agenzie ONU che si occupano di affari umanitari – FAO, UNICEF e World Food Programme (WFP) – sono intervenute nelle ultime settimane per segnalare quanto la situazione sia disperata, in Siria e nello Yemen. E come la già terribile crisi alimentare sia a un passo dal diventare una vera e propria catastrofe. (4)

Yemen, la guerra

24.600 attacchi aerei dall’inizio del conflitto, nel 2014, hanno distrutto il 40% delle abitazioni in tutte le città del paese. Dal 2017, il Civilian Impact Monitoring (ONU) ha registrato 14.554 vittime civili. E da quando le Nazioni Unite hanno cessato il monitoraggio sulle violazioni dei diritti umani, a ottobre 2021, il numero di vittime civili è raddoppiato.

La guerra ha costretto oltre 4 milioni di persone a lasciare le proprie case in cerca di salvezza e oltre 1 milione sono ora sfollate nel governatorato di Marib, divenuto l’epicentro del conflitto, ove negli ultimi mesi sono aumentati morti e feriti a causa delle mine attorno alla città, disseminate dalle forze in ritirata per rallentare i loro avversari.

Yemen, la fame

17,4 milioni di persone tra cui 2,2 milioni di bambini oggi in Yemen soffrono la fame. E si stima che entro fine anno la malnutrizione acuta affliggerà 19 milioni di individui, cioè il 62% della popolazione. 8 milioni in più rispetto all’inizio del conflitto nel 2014. Da allora, 4,8 milioni di persone in più sopravvivono solo grazie agli aiuti umanitari.

Qu Dongyu, Direttore Generale della FAO, ha ricordato che ‘la FAO sta lavorando direttamente con gli agricoltori sul campo per promuovere la loro autosufficienza attraverso una combinazione di emergenza e sostegno ai mezzi di sussistenza a lungo termine, per rafforzare la loro resilienza, sostenere la produzione agroalimentare locale e compensare la dipendenza delle persone dalle importazioni’.

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Fonte: 
Égalité Onlus


Autore: Dario Dongo



Articolo tratto interamente da Égalité Onlus


2 commenti:

  1. Bravissimo Vincenzo.
    Mettiamo i puntini sulle i. Non è solo la guerra, sono le guerre. Tante in giro ovunque e pochi ne scrivono o parlano. Questo perché finora il pericolo di un conflitto da noi non è contemplato. Eppure anche in quei luoghi ci sono terribili torture su adulti e bambini, morti senza senso e distruzione ovunque. E sono ormai anni...
    Speriamo nella buona attuazione prospettica in Siria. Magari si cerca una risoluzione. Il popolo soffre e nel mondo neanche si sa. Egoisti tutti siamo, tutto qui.
    Buon fine settimana, ciao.

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