Articolo da Codice Rosso
Ieri Valerio Evangelisti ci ha lasciati. Non è stato solo un grande scrittore e saggista, uno dei massimi esponenti del “new weird” italiano (un sottogenere in cui rientrano elementi fantasy, fantascientifici e horror), creatore del personaggio di Nicholas Eymerich inquisitore, ma anche e soprattutto un compagno militante, che si è battuto per una società più giusta – sottratta alle logiche alienanti del capitale – affidandosi anche ad una significativa resistenza dell’immaginario. Come ha scritto Giuseppe Genna in un sentito ricordo dell’amico, “Evangelisti ha spalancato il fantastico, sottraendolo alle fumisterie fasciste e ricollocandolo nel cuore del farsi narrazione, aprendo l’idea di ciclo alla possibilità di percorrere nuovamente una scrittura epica e mitopoietica inesausta, infinita”.
Fondatore della webzine “Carmilla online”, scrivendo la prefazione a Immaginari alterati, un volume che raccoglie i saggi di alcuni redattori della rivista, uscito nel 2017, ricordò che proprio nel primo numero cartaceo di “Carmilla” “si sosteneva che l’immaginario sarebbe stato uno dei campi di battaglia a venire, per la sinistra di classe e per le forze antagoniste”. Perché oggi, almeno in un Occidente sottoposto alla dittatura del capitalismo, le “imprese gigantesche”, totalmente asservite all’economia, “assicurano vite parallele con brevi escursioni nella fantasia. Occupano l’attività onirica sostituendo sogni fasulli a quelli naturali”. Così concludendo quella bella prefazione: “L’immaginario è dunque tra i terreni salienti di battaglia, per chi voglia sottrarsi alla dittatura più insinuante, senza scrupoli e invasiva che la storia ricordi […]. Resistere non è mai inutile, e di per sé contrasta il velo di anomia e alienazione che sta calando su noi tutti”.
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Fonte: Codice Rosso
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Un altro grande che se ne è andato!
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