mercoledì 6 aprile 2022

Scoperta Earendel: la stella più distante mai vista

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Articolo da Media Inaf

È stata soprannominata Earendel, “stella del mattino” in inglese antico. E la sua luce ha viaggiato per 12,9 miliardi di anni prima di raggiungere la Terra, battendo il record già ottenuto da Icarus, osservata dal telescopio spaziale Hubble nel 2018, la cui luce impiega 9 miliardi di anni per arrivare fino a noi.

Secondo i ricercatori, la stella appena individuata esisteva già quando l’universo aveva solo il sette per cento della sua attuale età: un’epoca – e una distanza – che gli astronomi chiamano “redshift 6,2”, dall’effetto misurabile che permette di stimare le distanze di una sorgente luminosa osservando lo spettro della sua luce giungere fino a noi nell’universo in espansione.

Gli oggetti più piccoli visti in precedenza a una distanza così grande erano interi ammassi di stelle all’interno di galassie primordiali, mentre Earendel è una stella singola, un puntino luminoso osservato grazie al raro allineamento cosmico con WHL0137-08, un enorme ammasso di galassie che si trova tra noi ed Earendel e che, come un’immensa lente di ingrandimento naturale, ha deformando lo spazio-tempo facendo emergere la luce della stella dal bagliore generale della sua galassia ospite, che appare come una macchia rossa nel cielo.

La sua scoperta è di fondamentale importanza per la comprensione dell’evoluzione dell’universo. La composizione di Earendel sarà di grande interesse per gli astronomi, perché la stella è nata prima che nell’universo si formassero gli elementi pesanti prodotti dalle successive generazioni di stelle massicce. Se si scoprisse che Earendel è composta solo di idrogeno ed elio primordiali, ci troveremmo davanti a una delle leggendarie e agognate stelle che appartengono alla Popolazione III, e che si ipotizza siano le primissime stelle a essersi formate dopo il Big Bang.

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Fonte: Media Inaf

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Articolo tratto interamente da Media Inaf

Photo credit NASA, ESA, Brian Welch (JHU), Dan Coe (STScI); Image processing: NASA, ESA, Alyssa Pagan (STScI), Public domain, via Wikimedia Commons


5 commenti:

  1. Avevo letto di questa straordinaria scoperta. Di grande importanza visto che potrebbe spiegare tanto e far conoscere molto di più di ciò di cui abbiamo conoscenza oggi. Bello.
    Ciao Vincenzo!

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  2. Una scoperta importante che potrebbe darci altre informazioni sull'orgine dell'universo.Mi emoziona lo studio dell'universo.

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