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Il maremoto dell'Oceano Indiano e della placca indo-asiatica del 26 dicembre 2004 è stato uno dei più catastrofici disastri naturali dell'epoca moderna e ha causato centinaia di migliaia di morti. Ha avuto la sua origine e il suo sviluppo nell'arco di poche ore in una vasta area della Terra: ha riguardato l'intero sud-est dell'Asia, giungendo a lambire le coste dell'Africa orientale, destando per questo, insieme all'ingente numero di vittime, notevole impressione tra i mezzi di comunicazione e in generale nell'opinione pubblica nel mondo.
L'evento ha avuto inizio alle ore 07:58:53 UTC+7 (le 00:58:53 UTC) del 26 dicembre 2004 quando un violentissimo terremoto, con una magnitudo di 9,1, ha colpito l'Oceano Indiano al largo della costa nord-occidentale di Sumatra in Indonesia. Il sisma è durato 8 minuti. Tale terremoto è risultato il terzo più violento degli ultimi sessant'anni, dopo il sisma che colpì Valdivia, in Cile, il 22 maggio del 1960 e quello dell'Alaska del 1964, rispettivamente con magnitudo 9,5 e 9,2.
Esso ha provocato centinaia di migliaia di vittime, sia direttamente sia attraverso il conseguente maremoto manifestatosi attraverso una serie di onde alte fino a quindici metri, che hanno colpito sotto forma di giganteschi tsunami vaste zone costiere dell'area asiatica tra i quindici minuti e le dieci ore successive al sisma. Gli tsunami hanno colpito e devastato parti delle regioni costiere dell'Indonesia, dello Sri Lanka, dell'India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh e delle Maldive, giungendo a colpire le coste della Somalia e del Kenya (ad oltre 4.500 km dall'epicentro del sisma). Si stima che 230.000 persone siano morte per questi eventi, di cui circa il 25% bambini.
La scossa principale, lunga 8 minuti, è stata avvertita da buona parte dei sismografi in attività su tutta la Terra. In un primo momento le era stata assegnata una magnitudo di 6,8, presto corretta a 8,1. Successivamente analisi più approfondite hanno aumentato questa misura in un primo momento ad 8,5, poi ad 8,9, ed infine a 9,0 (un'energia equivalente a circa 52 miliardi di tonnellate di dinamite, 52.000 megatoni). Più tardi venne pubblicata una nuova stima della magnitudo momento del sisma, che venne stimata in un valore compreso tra 9,1 e 9,3. Nel 2012 la magnitudo è stata ulteriormente ridefinita dall'USGS in 9,1. Per un raffronto, le due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel corso della seconda guerra mondiale avevano insieme una potenza complessiva di 0,038 megatoni: quindi l'energia sprigionata da questo terremoto è stata un milione e mezzo di volte superiore.
Come ulteriore raffronto, il più violento terremoto mai registrato mediante sismografi è stato il Grande Terremoto Cileno del 1960, al quale fu assegnata una magnitudo pari a 9,5.
L'ipocentro del terremoto è stato localizzato a 3,298°N, 95,779°E, a circa 160 km ad ovest di Sumatra, ad una profondità di 30 km sotto il livello del mare, all'interno della cosiddetta cintura di fuoco del Pacifico, una regione geografica di cui è risaputa l'elevata sismicità. Il terremoto è stato talmente violento da poter essere avvertito (a prescindere dalle onde anomale), oltre che in Indonesia, anche in Bangladesh, India, Malaysia, Birmania, Singapore, Thailandia ed addirittura nelle Maldive.
Dal punto di vista tettonico, l'area di innesco del sisma sottomarino è caratterizzata dalla placca indiana, che fa parte della più vasta placca indo-australiana, comprendente l'Oceano Indiano ed il golfo del Bengala, che si sposta verso nord-est ad una velocità media di 6 cm annui (5 metri ogni secolo) verso la placca birmana. La placca birmana, di cui fanno parte sia le isole Nicobare sia le isole Andamane e la parte settentrionale di Sumatra, è a sua volta spinta verso ovest dalla placca della Sonda (della quale fa parte la zona meridionale di Sumatra). Sia la placca birmana sia la placca della Sonda fanno parte della placca euroasiatica e le attività tettoniche che risultano dalle loro interazioni e delle relative faglie hanno portato alla creazione della fossa della Sonda e dell'arco della Sonda, la cui orogenesi è ancora attiva.
L'area investita direttamente dal terremoto è stata insolitamente ampia: si è stimato che, su circa 1.200 km di faglia, la placca indo-asiatica si sia incuneata sotto quella birmana, provocando l'innalzamento verticale del fondo oceanico dalla parte della placca birmana di circa 10 m e creando così le condizioni ideali per generare delle grandi onde anomale che, viaggiando a circa 800 km/h, hanno raggiunto in poco tempo le coste di buona parte dell'Oceano Indiano trasformandosi in enormi tsunami.
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