mercoledì 18 dicembre 2019

I razzisti non si fermano neanche davanti al dolore di una madre


Articolo da Cronache di ordinario razzismo

La mattina del 14 dicembre, a Sondrio, una giovane madre di 22 anni si accorge che la sua piccola, una bimba di appena 5 mesi, non respira più mentre si trova nel suo lettino. La donna afferra sua figlia e corre in strada in cerca di aiuto. Grazie al soccorso di un automobilista riesce rapidamente a raggiungere l’ospedale. Purtroppo, giunta in Pronto soccorso, a nulla servono le cure del personale ospedaliero per farla tornare in vita: la piccola muore a seguito di un arresto circolatorio. Tra le ipotesi più probabili quella della morte in culla. Su decisione della Procura della Repubblica, sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso.

Una tragedia immensa. Un dolore senza fine. Uno strazio indicibile.

Ma voi lo sapete cosa vuol dire perdere un figlio? Ve lo immaginate il dolore di una madre?

Eppure, le persone che erano in attesa al Pronto Soccorso quel giorno forse non se lo sono chiesto. Ha prevalso la loro cattiveria. E cosi le “urla” strazianti di una madre addolorata per la perdita della sua piccola, sono diventate elemento di “disturbo” per chi era lì in attesa. Ma come mai? Perché la giovane madre in questione è una cittadina nigeriana ed è nera. E il cinismo di queste persone, pur coscientemente sedute in un luogo di dolore e sofferenza per antonomasia, si è spinto sino a commenti indicibili. La morte di questa piccola creatura è diventata “un rito tribale”, “un rito satanico”, “una tradizione africana”. Come se le altre mamme, quelle “bianche” e “occidentali”, non piangessero e non manifestassero dolore per tragedie come queste. Addirittura si è arrivati a dire che per “questi africani” perdere un figlio non conta, “tanto ne sfornano uno all’anno” (qui una testimonianza). Fino alla frase terribile: “Mettetela a tacere quella scimmia”.

Nelle ultime ore, la notizia, inizialmente resa nota solo dalla stampa locale (SondrioToday e La Provincia di Sondrio), è stata ripresa da quotidiani e siti di portata nazionale, fra i quali anche Fanpage, Next e Open.

E l’indignazione e la rabbia nell’opinione pubblica stanno salendo.

Eppure, la stampa mainstream è tutta concentrata su di un’altra faccenda. Poco importa che sempre di razzismo si parli. Ma si sa. In Italia, il calcio è davvero più appetibile e attira molti più lettori. E soprattutto “vende” di più. E allora, messa da parte la tragedia della mamma nigeriana, capita che ci s’indigni di più davanti a questa nuova campagna messa in atto dalla Lega di Serie A che, per combattere il razzismo, ha scelto di mostrare l’opera Trittico di tre scimmie (ironia della sorte!) realizzato da Simone Fugazzotto (un’opera, oltretutto, realizzata nel maggio scorso in occasione della finale della Coppa Italia). In molti, sono rimasti basiti di fronte a questa operazione “comunicativa” e in tanti stanno cercando di capirne il senso. Ma poi perché la scelta delle scimmie? Persino l’International Advertising Association (IAA) si è espresso a riguardo contestando il modo poco chiaro e poco diretto (assolutamente “contro-intuitivo”) con cui è stato veicolato un messaggio che dovrebbe impattare su un pubblico molto vasto. L’organizzazione ha concluso il discorso cosi: “È come pensare di parlare in greco antico al popolo degli stadi”.

Oltre ad alcuni club e alle proteste sui social, anche alcuni media internazionali bocciano la scelta della Lega Serie A. Le parole di Fare (Football Against Racism in Europe) network nato per combattere la discriminazione nel calcio europeo supportato da FIFA, Uefa e commissione europea, pubblicate ieri su Twitter, vengono condivise dal The New York Times, dalla BBC, dalla CNN, solo per citare alcune testate, fino ad Al Jazeera. In Inghilterra il Sun si è chiesto se si trattasse di uno scherzo e il Guardian ha parlato di una “burla malsana“.

Queste creazioni sono un oltraggio – afferma il Fare -, saranno controproducenti e continueranno la disumanizzazione delle persone di origine africana. È difficile capire cosa pensasse la Serie A, con chi si sono consultati? È tempo che i club progressisti della Lega facciano sentire la loro voce”.


Ecco. “Disumanizzazione”. E’ questa la parola giusta.

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Fonte: Cronache di ordinario razzismo

Autore: redazione Cronache di ordinario razzismo

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Cronache di ordinario razzismo  



13 commenti:

  1. Leggere queste cose è come sentire una stilettata dritta al cuore, mi domando come sia possibile cadere così in basso e le chiamano persone, che schifo.
    sinforosa

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  2. A me sembra che i veri disumani siano stati i pazienti del pronto soccorso che si sono lamentati della disperazione della donna nigeriana.
    Nel pronto soccorso non passa chi arriva prima ma in base all'urgenza... Purtroppo a volte la tentazione di augurare a certi individui di entrare in un ospedale e non uscirne coi propri piedi è forte. Anche sotto Natale. E non mi riferisco tanto a chi era al pronto soccorso, quanto a un paio di idioti, un maschio barbuto che sventola madonne e una femmina che si vanta di essere donna cristiana. Per cominciare.

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  3. il razzismo vivrà fino a quando ci saranno persone impaurite dalla diversità

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    1. La storia ha insegnato tanto, ma sembra che la società sia in regressione.

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  4. Siamo immersi in una società intollerante e razzista ma qualcosa si muove, le coscienze si stanno aprendo vedi le ultime manifestazioni in tante città.

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  5. Ho scritto il commento è mi è comparso "spiacenti , questo è un errore, ci scusiamo per il disagio" . Cosa vuol dire ?

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  6. Ok ! Tutto a posto . Misteri di Blogger.

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  7. Ho letto anch'io questa notizia e non ci volevo credere...purtroppo ultimamente ho frequentato i pronto soccorso degli ospedali per una persona cara, sono affollati all'inverosimile con gente esasperata, poco personale oberato dal lavoro...ma nulla giustifica un episodio simile!

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    1. I casi di razzismo sono in aumento e questo fatto ci fa capire che questa società ha perso il lume della ragione.

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