Articolo da Radio Onda d’Urto
Giovedì 14 marzo 2019 – Un anno fa a Rio de Janeiro, Brasile, l’omicidio di Marielle Franco.
Donna, nera, lesbica, abitante delle favelas, Marielle era attiva nelle
battaglie contro le discriminazioni razziali, consigliera comunale di
Rio de Janeiro, creatrice dell’Osservatorio contro la violenza sulle
donne, membro della Commissione che monitora l’azione della polizia
federale a Rio.
In questi giorni la notizia
dell’arresto di due ex poliziotti con l’accusa di essere gli esecutori
dell’omicidio di Marielle e del suo autista Anderson Pedro Gomes, oltre
che del ferimento di una sua collaboratrice. Si tratta di
Ronnie Lessa, 48 anni, agente in pensione e Elcio Vieira de Queiroz, ex
poliziotto cacciato dal corpo, 46 anni. Una carriera tra esercito,
gruppi speciali, sicari. Una svolta che arriva sotto un enorme pressione
sociale che ha costretto le autorità a cercare davvero i colpevoli.
Ne abbiamo parlato con la giornalista Agnese Gazzera, autrice del libro “Marielle, presente” per le edizioni Capovolte. Ascolta o scarica.
Marielle, presente! La storia di lotta di Marielle Franco rivive in un libro
Il 14 marzo 2018 veniva uccisa a Rio de
Janeiro Marielle Franco. Aveva 38 anni e da poco più di un anno era
l’unica donna nera tra i 51 consiglieri comunali della città brasiliana,
eletta nel Partito Socialismo e Libertà (Psol). Nata e cresciuta in una
favela, afrodiscendente, non eterosessuale, femminista, aveva fatto di
se stessa la propria bandiera: un “corpo politico” con cui affrontare il
mondo e lottare per i diritti delle persone che rappresentava, contro
il razzismo, le violenze di genere, le diseguaglianze, la criminalità
organizzata e di Stato.
A un anno di distanza, la sua storia rivive in un libro, Marielle,
presente!, la frase che migliaia di persone in Brasile e nel resto del
mondo hanno gridato riversandosi in piazza subito dopo l’omicidio e che
continuano a scandire, chiedendo giustizia per il crimine irrisolto. A
scriverlo la giornalista piemontese Agnese Gazzera che, per ricostruire
la storia dell’attivista, ha ripercorso i suoi passi in Brasile, nella
Maré, la favela dove Marielle è cresciuta, ha intervistato le
collaboratrici, i familiari, la compagna di vita Monica Benicio che
continua a portare avanti il messaggio di lotta per i diritti umani,
cercando una risposta alla domanda su chi siano i responsabili della sua
morte. Anche la vita privata, le passioni, la storia d’amore,
l’adesione alle religioni di matrice africana, si riflettevano
nell’impegno di attivista e politica di Marielle, che ha sempre
rivendicato il diritto di essere libera di esistere e scegliere.
Marielle Franco si opponeva anche con fermezza alla politica “sporca”,
ai legami tra la criminalità organizzata e lo Stato, e chiedeva
politiche di sicurezza pubblica rispettose delle favelas e delle
periferie. Battaglie scomode e pericolose che il libro racconta con
delicatezza e lucida analisi.
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Intervento audio su Radio Onda d’Urto
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Fonte: Radio Onda d’Urto
Autore: redazione Radio Onda d’Urto
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
Articolo tratto interamente da Radio Onda d’Urto
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Articolo tratto interamente da Radio Onda d’Urto
Non la riporterà indietro, ma almeno giustizia è fatta.
RispondiEliminaAdesso bisogna scoprire i mandanti.
EliminaDoveroso ricordare questa attivista. A te, un caro saluto.
RispondiEliminaUn saluto anche a te.
EliminaAnche se non tonerà per questo in vita, è una buona notizia.
RispondiEliminap.s.
Torno per dirti che da me c'è una cosa per te, come si dice in questi casi :)
Grazie per il premio.
EliminaDi certo erano in molti a volerla eliminare tra politici e delinquenti: una persona scomoda sicuramente, ma prima di morire è riuscita a rendere se stessa un simbolo ed a lasciare quindi una traccia indelebile. Non si muore quando si è vivi e presenti nella mente di qualcuno!
RispondiEliminaLe sue lotte resteranno in eterno.
EliminaSperiamo siano i veri colpevoli e che finalmente sia fatta giustizia.
RispondiEliminaSperiamo bene.
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