giovedì 14 marzo 2019
Carpe diem di Quinto Orazio Flacco
Carpe diem
Non domandarti, non è giusto saperlo, a me, a te
quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri,
o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:
se molti inverni Giove ancor ti conceda
o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde
del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino,
breve è la vita, rinuncia a speranze lontane. Parliamo
e fugge il tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani.
Quinto Orazio Flacco
4 commenti:
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Si terribilmente bello e profondo: dovremmo ripetercelo più spesso!
RispondiEliminaSono d'accordo.
EliminaTra poesia e filosofia,ritorno per un attimo sui banchi del liceo.
RispondiEliminaTra l'altro i versi originali sono in latino.
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