Abele e Caino s'incontrarono dopo la morte di Abele.
Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono.
Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome.
Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto.
Abele rispose:
-Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima.
-Ora so che mi hai perdonato davvero, -disse Caino, -perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare.
Abele disse lentamente:
-È così. Finchè dura il rimorso dura la colpa.
Tratto da Elogio dell'ombra di Jorge Luis Borges
sempre magnifiche queste piccole storie grazie
RispondiEliminaDebora
Bellissimo ciò che hai riportato... Cavaliere.
RispondiEliminaPerò io credo che si possa ricordare ma anche perdonare...
"Ricordare" con la memoria del Cuore... "perdonare" con la clemenza della ragione.
Buon fine settimana... caro Amico.
E' quel che penso sempre: dimenticare è perdonare. Invece molti dicono di perdonare ma poi sono pronti a dire "Ricordi quella volta che ti ho perdonato? " Allora se si cita sempre, non si è totalmente perdonato.
RispondiEliminaL'immensa arte di Borges!
RispondiEliminaDimenticare è un ottimo metodo per perdonare, ma buono anche per sopravvivere, malgrado la negatività del mondo.
RispondiEliminaUn caro saluto