L'approdo
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto,
Che lascia dietro di sè mari e tempeste,
I cui sogni sono morti o mai nati,
E siede a bere all'osteria di Brema,
Presso al camino, ed ha buona pace.
Felice l'uomo come una fiamma spenta,
Felice l'uomo come sabbia d'estuario,
Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte,
E riposa al margine del cammino.
Non teme né spera né aspetta,
Ma guarda fisso il sole che tramonta.
Primo Levi
Felice è colui che sà gioire dell'istante...in quel momento Esso esiste...nulla conta di più...
RispondiEliminagrazie Cavaliere..
Stelle attraversino il Tuo Cielo...Esse esistono, come esisti Tu..
dandelìon
Belli e malinconici questi versi
RispondiEliminaSplendida questa poesia, ma angosciante. La felicità nel nulla.
RispondiEliminaCome si coglie, anche in questi versi di P.Levi, il concetto che la vita è giunta al termine, direi serenamente.
RispondiEliminaCristiana
Che bei versi.. danno pace..
RispondiEliminaBella scelta!A presto..Sibilla
Ma per lui, purtroppo, non lo fu possibile, dopo l'Olocausto!
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