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lunedì 28 luglio 2025

28 luglio 1987 – Alluvione della Valtellina: alle 7:23 una frana di enormi dimensioni dovuta alle insistenti piogge travolge drammaticamente i paesi di Sant'Antonio Morignone e di Aquilone in Valtellina spazzandoli via e provocando morti e dispersi



Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

L'alluvione della Valtellina è una serie di disastri e di tragedie naturali che si succedettero tra il 18 e il 28 luglio del 1987 in Valtellina nella provincia di Sondrio. I comuni protagonisti furono quelli di Valdisotto e Tartano, che furono interessati da un violento nubifragio che causò tragiche inondazioni, frane e colate di fango che provocarono 53 morti, migliaia di sfollati e danni per circa 4 000 miliardi di lire (ovvero circa 2 miliardi di euro).

In quei giorni, altre zone fuori dalla Valtellina vennero devastate dall'ondata di maltempo: il 18 luglio la Val Brembana fu colpita da una disastrosa alluvione che causò cinque vittime[1]; in Svizzera lo straripamento del Poschiavino e del Val da Li Acqui[2] coinvolse ampie zone e comuni per tutta la Val Poschiavo fino a Tirano, investendo i comuni come Poschiavo e Brusio a seguito della frana staccatosi dal Piz Varuna[3] mentre il Lario, a seguito delle piene dei fiumi e dell'Adda, esondò a Como[4][5] e a Lecco[6].

Cronologia

A metà luglio 1987 dalle latitudini artiche una grande massa d'aria fredda scese verso l'arco alpino, sul quale si trovava una massa d'aria molto calda e umida. La pressione si abbassò bruscamente, ma le temperature rimasero elevate (lo zero termico fu registrato a 4 000 metri). Dopo un periodo di forti piogge, che interessarono tanto il fondovalle come i ghiacciai più alti, il 18 luglio[7] alle 17:30 nel paese di Tartano un'enorme massa d'acqua e fango si abbatté sul condominio La Quiete tranciandolo a metà.

L'evento interessò anche la strada sottostante e l'albergo Gran Baita, dove persero la vita 21 persone di cui 11 turisti. Lo stesso giorno, il fiume Adda ruppe l'argine settentrionale poco a ovest di San Pietro di Berbenno, allagandolo e coinvolgendo anche Ardenno, Fusine, Selvetta e Cedrasco. Il fatto causò l'interruzione dei collegamenti stradali e ferroviari con la parte orientale della Provincia di Sondrio, molte persone vennero sfollate dalle loro case. 

Nel capoluogo di Sondrio, il torrente Mallero fu sul punto di straripare, così come il torrente Bitto a Morbegno, mentre il fiume Adda straripò allagando tutto il fondo valle nella zona industriale tra i comuni di Talamona e Morbegno. Fu evacuato l'abitato di Torre di Santa Maria, dove il torrente Torreggio travolse parecchie abitazioni, e all'imbocco dell'Alta Valtellina i paesi di Chiuro e Sondalo. Anche i collegamenti con la Svizzera furono interrotti: la dogana di Piattamala era difatti completamente inagibile. Lunedì[8] 20 luglio la Strada statale 38 dello Stelvio e la linea ferroviaria risultarono ancora interrotte, poiché le acque del lago creato dallo straripamento dell'Adda ad Ardenno defluivano lentamente; la Valtellina, sebbene ancora isolata, non era più soggetta al pericolo. 


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