Il genocidio in Palestina è davanti ai nostri occhi, raccontato da mille testimonianze, eppure tanti fanno finta di niente. Anche sui social, dove tutto diventa virale in un attimo, parlare di Palestina sembra sempre più difficile. Non perché non ci siano notizie, ma perché è diventato scomodo. Scomodo parlarne, scomodo prender posizione. E quando il silenzio diventa la scelta più comoda, diventa anche una forma di complicità.
Non è innocente questo silenzio. È come dire “non mi riguarda”, quando invece ci riguarda eccome.
Da anni si denunciano massacri, ingiustizie, violenze disumane. E intanto molti Paesi, soprattutto quelli occidentali, continuano a girarsi dall’altra parte, a trincerarsi dietro parole vuote senza fare nulla di concreto.
Sui social sì, la questione palestinese c’è. Ma è circondata da censura, da rabbia polarizzata, da narrazioni che spesso disumanizzano chi sta soffrendo. Il risultato? Non si riesce nemmeno più a parlare da esseri umani.
E allora la vera domanda non è “Perché è così difficile parlare di Palestina?”. Forse la vera domanda è: “Perché per tanti è così facile tacere e far finta di niente?”.
Ed è proprio questo silenzio, questa indifferenza, che fa da sfondo a una tragedia che in tanti ormai chiamano col suo nome: genocidio.
Autore: Spartaco
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