Articolo da Info Cooperazione
E’ stato celebrato la scorsa settimana il 75esimo anniversario delle Nazioni Unite proprio nei giorni in cui il palazzo di vetro ha ospitato i lavori dell’Assemblea generale, che a causa di Covid-19 si è svolta in gran parte a livello virtuale.
Era il 1945, quando a San Francisco, le Nazioni Unite vennero create, “dopo due devastanti Guerre Mondiali”, come ha ricordato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres nel discorso celebrativo. A quel tempo, il mondo cercava la pace, voleva ricostruire e lavorare per un nuovo benessere a livello globale. Ma, anche prima che Covid-19 colpisse il mondo, il multilateralismo e la cooperazione globale stavano entrando in crisi sullo sfondo delle crescenti sfide mondiali, tra cui la crisi climatica e le minacce delle armi nucleari, crescenti tensioni geopolitiche e nuove forme e modelli di violenza, con crescenti disordini sociali. Sono queste le minacce elencate da Guterres che ha paventato comunque un futuro di conflitti crescenti se la comunità internazionale non sarà in grado di tornare al dialogo internazionale per la costruzione della pace.
In vista di questa importante anniversario, a gennaio scorso, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, aveva lanciato l’iniziativa “UN75 The Future We Want”, il tentativo più ambizioso delle Nazioni Unite di raccogliere le priorità e le soluzioni suggerite dal pubblico globale, fornendo una visione unica del “futuro che vogliamo e dell’ONU di cui abbiamo bisogno”. È stata la più grande conversazione al mondo sulle attuali sfide globali: oltre 1 milione di persone in tutti gli Stati membri dell’ONU e negli Stati osservatori hanno partecipato ai sondaggi nei primi sei mesi dell’anno, in pena pandemia da Covid-19.
Dalle conversazioni svolte in decine di paesi e dalle risposte degli intervistati sono emersi risultati significativi, ma ciò che accomuna le persone di tutte le origini, i sessi e le fasce d’età sono le paure e le speranze per il futuro. Nel bel mezzo della crisi attuale, la priorità percepita è quella di migliorare l’accesso ai servizi di base, come assistenza sanitaria e istruzione. È necessaria una maggiore solidarietà internazionale e un maggiore sostegno ai luoghi più colpiti dalla pandemia. Anche il futuro impatto del cambiamento climatico ha destato preoccupazione. L’87% degli intervistati ritiene che la cooperazione internazionale sia vitale per affrontare le sfide odierne e la crisi di Covid-19 l’ha resa ancora più urgente.
Sebbene la salute resti il problema più urgente in questo momento storico, altre importanti priorità per il futuro comprendono la garanzia di un maggiore rispetto dei diritti umani, la risoluzione dei conflitti, la lotta alla povertà e alle disuguaglianze. L’accesso all’istruzione e i diritti delle donne devono migliorare, così come la promozione dell’occupazione per i giovani.
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Fonte: Info Cooperazione
Autore: redazione Info Cooperazione
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Articolo tratto interamente da Info Cooperazione
Interessante leggere questo tuo post sulla politica e su tante problematiche sociali. Certo è che stiamo vivendo un gran brutto momento e non mi riferisco solo al covid ma anche al caos che regna nei palazzi della politica...Ti lascio un saluto e un sorriso Cavaliere.
RispondiEliminaUn periodo non proprio felice.
EliminaInteressante il tuo post Vincenzo, a quanto pare certi problemi sono quasi universali e "tutto il mondo è paese"
RispondiEliminaSicuramente stiamo vivendo un periodo pieno di problemi e maggiori difficoltà . . . . Speriamo che il futuro possa portarci di meglio. Un saluto e sereno mese di ottobre appena iniziato
Speriamo bene.
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