sabato 9 marzo 2019

I partiti della destra radicale in Europa, odiano anche l’ambiente


Articolo da Sbilanciamoci.info 

I partiti di destra radicale in Europa non odiano solo i migranti, ma anche l’ambiente. Un recente studio tedesco mostra come e perché una loro avanzata alle prossime elezioni europee di maggio metterebbe a repentaglio le politiche energetiche e climatiche dell’Unione.

I partiti di destra radicale non odiano solo i migranti, ma anche l’ambiente e le politiche climatiche. E la loro eventuale avanzata alle prossime elezioni europee – molto probabile, secondo diversi sondaggi – potrebbe mettere seriamente a rischio le politiche energetiche e climatiche dell’Unione europea, a partire dagli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima.

A sostenerlo è un recente dossier del think tank tedesco Adelphi, intitolato “Convenient Truths – Mapping climate agendas of right-wing populist parties in Europe”, che contiene un’analisi dettagliata dei programmi di 21 forze politiche di destra radicale in Europa. Formazioni, è bene ricordarlo, che a Bruxelles e Strasburgo non hanno un unico di riferimento, ma sono divise tra quattro gruppi parlamentari: Partito Popolare Europeo (PPE), Conservatori e riformisti (ECR), Europa per la libertà e la democrazia diretta (EFDD) e Europa delle Nazioni e della Libertà (ENF).

Secondo queste formazioni, le politiche ambientali ed energetiche contro il cambiamento climatico portate avanti dall’Unione europea sarebbero costose, socialmente ingiuste, addirittura dannose per il clima. O al limite, del tutto ininfluenti. Tre le argomentazioni ricorrenti: il negazionismo climatico, secondo cui non viene negata l’esistenza del global warming, ma il fatto che questo sia indotto dall’attività dell’uomo; lo scetticismo nei confronti delle discipline scientifiche; la retorica nazionalista che vede la sovranità nazionale minacciata dagli accordi internazionali e dall’approccio multilaterale in politica estera. Tutto ciò appellandosi a una comunità immaginaria di persone vittime di élite globali e cosmpolitiche senza scrupoli.

Il dossier suddivide i partiti presi in considerazione in tre categorie: ci sono in primis i pasdaran del negazionismo climatico: partiti che respingono esplicitamente l’evidenza che il nostro pianeta sia in pericolo a causa delle attività umane. È il caso ad esempio dei tedeschi di Alternativa per la Germania (AfD, membri di EFDD), secondo cui la CO2 è “un’indispensabile componente della vita”. Nel programma delle scorse elezioni l’AfD ha peraltro dichiarato che “l’IPCC e il governo tedesco stanno sopprimendo gli effetti positivi della CO2 sulla crescita delle piante e quindi sulla nutrizione globale”. Ed è il caso del Partito del Popolo Danese (DF, nel gruppo ECR), che alla domanda se i cambiamenti climatici siano o meno dipendenti dall’uomo, alza le spalle affermando come questa sia “una questione di fede – e la fede appartiene alla Chiesa del popolo”.


Ci sono poi le formazioni politiche di destra radicale che non hanno alcuna posizione sul tema, o che attribuiscono ad esso poca importanza. È il caso della Lega in Italia e del Rassemblement National in Francia (entrambi fondatori del gruppo ENF), così come dei polacchi di Libertà e Giustizia (PiS, membro di ECR), al governo della Polonia e fortemente a favore del carbone – tanto da averlo ribadito durante l’ultima Conferenza delle parti sul clima dell’ONU tenutasi nella regione più carbonifera d’Europa, l’Alta Slesia.

Il principale bersaglio di tutte le formazioni politiche di destra radicale è ovviamente l’Accordo di Parigi sul clima, sul banco degli imputati come nemico della sovranità nazionale. Il dossier di Adelphi dimostra come molti di questi partiti si siano astenuti o abbiano votato contro la sua ratifica all’Europarlamento, avvenuta il 4 ottobre del 2016: tra queste la Lega (“L’accordo raggiunto è stato un compromesso al ribasso per permettere alle aziende cinesi e dei Paesi in via di sviluppo di competere ingiustamente con le aziende italiane” dichiarava durante le votazioni l’eurodeputato del Carroccio Gianluca Pini).

Secondo gli austriaci del Partito delle Libertà (FPO, gruppo ENF) l’Accordo sul clima sarebbe invece solo il primo di una serie per “nascondere aiuti stranieri senza nessuna trasparenza”. E per gli olandesi del Partito per la Libertà (PVV), presenti nel gruppo parlamentare europeo di Salvini e Le Pen, “le élite in questo momento si stanno sfregando le mani visti i benefici che avranno dall’accordo, mentre i comuni cittadini saranno costretti a pagare per l’energia elettrica, l’auto e il riscaldamento”.

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Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info 


15 commenti:

  1. Quello che fa ridere (piangere in realtà..), è che anche le prospettive di quelli che fanno finta di preoccuparsi dell'ambiente, si sviluppano su scadenze da calenda greca... insomma, ognuno pensa alla propria di vita (brevissimo termine) e sitcaxx di quella che verranno (sempre che sopravvivano...)

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  2. L'ambiente non tira in campagna elettorale...quindi certi partiti sono disinteressati. Poi molti politici hanno un background culturale molto scarno...figuriamoci se si interessano di clima..

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  3. Non mi meraviglio. Sono odiatori seriali senza alcuna competenza.

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    1. Chi odia le persone, sicuramente non ama neanche l'ambiente e la natura.

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  4. Ci credo, la destra è legata ai poteri forti, quelli che impediscono da sempre un cambio di sistema ... lo è così anche la cosidetta sinistra moderata, e ovviamente il centro. Solo una sinistra vera è ambientalista ... se non lo è non è di sinistra, c'è poco da fare.

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  5. Caro Vincenzo, penso che tutti ci dobbiamo preoccupare, ma in realtà poco possiamo fare.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso.
    Tomaso

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  6. Letto di recente : Entro il 2100 non ci sarà più vita sul
    Pianeta Terra . La causa ? Il clima . Troppo inquinamento .
    Buona serata . Laura

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    1. Gli insetti hanno iniziato già ad estinguersi, bisogna fare in fretta.

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    2. Quando spariranno le Api , sarà l'inizio della fine....

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  7. I partiti della destra fanno gli interessi delle industrie e delle multinazionali: le politiche energetiche contro i cambiamenti climatici sono costose (come del resto anche le politiche di sicurezza sul lavoro) e... tutto ciò che costa assottiglia i profitti...

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