Articolo da AMISnet
La recinzione di Melilla che divide l’Africa dall’Europa sta per esser fortificata proprio in questi giorni con un nuovo fil di ferro, pericolosissimo per chi tenta di attraversarlo, composto da centinaia di lame taglienti come rasoi.
Noi abbiamo sentito Sara Creta regista del documentario Number 9
Stop the violence at the borders appena tornata dal Marocco che ci ha
spiegato come vivono i migranti dall’altra parte della barricata, sul
monte Gurugù nel regno marocchino.
La violazione dei diritti umani, il salto della recinzione, la vita
in clan etnici di uomini, bambini e intere famiglie sono solo alcune
delle cose che Sara ci ha descritto. Ma il progetto Number 9 non finisce
qui e ora si propone di portare a casa, in Cameroon, la salma di
Clement uno degli ultimi migranti morti alla frontiera per cause ancora
sconosciute.
Intervento audio su AMISnet
Fonte: AMISnet
Autore: redazione AMISnet
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.
Articolo tratto interamente da AMISnet
Photo credit Ongayo (Own work) [GFDL or CC-BY-SA-3.0-2.5-2.0-1.0], via Wikimedia Commons
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Il duemila e stato superato e purtroppo esistono ancora
RispondiEliminaqueste barbariche barriere
ciao buona serata
Si continuano a costruire muri, ad opprimere gruppi, a esercitare violenza. Finirà mai l'uomo di odiare il proprio simile, come nessuna bestia ha mai fatto?
RispondiEliminaVisti i problemi legati alla massicca immigrazione, spesso calndestina, non mi stupisco che l'UE abbia deciso di prendere provvedimenti: bisogna controllare il flusso degli immigrati, per il loro e per il nostro bene.
RispondiEliminaUn saluto
Io non sapevo neanche di questa recinzione....perdona la mia ignoranza, ma ti ringrazio di aver postato questo articolo, sono andata a leggermelo è credimi sono senza parole..non credevo proprio esistessero cose di tale crudeltà, ma che bravi questi spagnoli.......
RispondiEliminaBuona serata, Stefania
Non conoscevo l'esistenza di questa recinzione, sono davvero basita.
RispondiEliminaLe divisioni continuano e noi neanche ce ne accorgiamo.
Speriamo che questa regista sappia evitare i pericoli che ciò che sta facendo potrebbe procurarle.
Posso dire grazie a Sara Creta?
Grazie anche a te caro Cavaliere.
grazie per questa notizia che non conoscevo, un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaE poi l'Europa accusa l'Italia di non fare abbastanza...una ipocrisia immensa, come quella di non spiegare le motivazioni dell'arrivo dei clandestini: costoro sono tassati con tasse pesantissime per uscire legalmente dal loro paese, specie in Eritrea e Somalia. Inoltre il guadagno inviato in patria è tassato anch'esso. A costoro non resta che la clandestinità e il lavoro in nero per non cedere alla vessazione. E tutti ne approfittano anche in Europa: nessun documento, nessuna protezione...Ma la politica Onu in testa perchè non interviene con mediazioni a queste vessazioni? Perchè invece di vendere armi, non cercano il dialogo?
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