martedì 29 marzo 2022

Sri Lanka: continue proteste contro il carovita


Articolo da Chicago86

La situazione attuale dello Sri Lanka è un assaggio di quello che potrebbe accadere prossimamente a livello globale.

Solo qualche giorno fa il giornalista Ignacio Ramonet scriveva sulle pagine di Le Monde diplomatique che "in una situazione di grave recessione economica mondiale provocata dal Covid, lo scoppio della guerra in Ucraina e le sanzioni provocano un aumento del costo della vita così elevato che probabilmente risveglierà movimenti di protesta e aumenterà lo scontento verso i governi in molti paesi."

In effetti, il malcontento e il disagio crescono. Martedì 15 marzo a Colombo, in Sri Lanka, folle inferocite di manifestanti hanno assediato il palazzo presidenziale, per poi essere respinte dall'esercito. Di fronte alla grave crisi economica e sociale determinatasi con l'aumento dei prezzi, il presidente Gotabaya Rajapaksa si è rivolto ai cittadini chiedendo di avere fiducia nel governo, ricevendo in risposta la richiesta di dimissioni. Lo Sri Lanka è alle prese con la peggiore crisi finanziaria dall'indipendenza dal Regno Unito, ottenuta nel 1948. Il paese asiatico si è ripreso dalle devastazioni della guerra civile conclusa nel 2009 in meno di un decennio, avviando un'economia basata sul turismo che ha portato miliardi di dollari nel paese, posti di lavoro e una crescita della classe media.

Ma il sogno del benessere per tutti si è infranto di fronte all'enorme carico di debiti accumulato, e alla crisi del settore turistico causata dalla pandemia. Poi, l'invasione russa dell'Ucraina e la riacutizzazione dei contagi in Cina hanno compromesso le catene di approvvigionamento e aumentato il costo delle merci. Il risultato è che in tutto il paese ci sono gravi carenze di cibo, carburante e farmaci, e frequenti blackout. Lo Sri Lanka è praticamente in default, le riserve valutarie sono state prosciugate, ed esso dipende sempre più dall'assistenza straniera, in primis da quella cinese.

Il caso dello Sri Lanka non è l'unico. Mercoledì 9 marzo ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia a Tirana, in Albania, contro l'aumento dei prezzi del carburante. In Sudan, la polizia antisommossa ha sparato gas lacrimogeni contro migliaia di persone scese in piazza giovedì 17 marzo nella capitale, Khartoum, per protestare contro il peggioramento delle condizioni economiche: l'agenzia di stampa statale SUNA ha riferito che il tasso di inflazione a febbraio di quest'anno ha raggiunto quasi il 260%. Da quasi due settimane, in Spagna i camionisti protestano contro il caro-carburante con dimostrazioni e "marce lente" per rallentare il traffico nei dintorni di città come Madrid e Barcellona.

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Fonte: 
Chicago86


Autore: redazione 
Chicago86


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Chicago86


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