martedì 25 febbraio 2020

Un Paese nel panico


Articolo da Nurse24

Mascherine e amuchina sono ormai finite da tempo nelle farmacie e per strada puoi incrociare persone che indossano mascherine chirurgiche, altre con la FFP2 e chi si arrangia con sciarpe e baveri rialzati, oppure chi se ne va in giro a volto scoperto. Sindaci che fanno provvedimenti restrittivi e regioni che li annullano. Governatori regionali che fanno provvedimenti restrittivi e governo centrale che li annulla. Ma nonostante tutto, fuori dal disordine organizzato di parte dei media e della comunicazione politica, c’è chi va avanti. Come i sanitari tutti dei vari reparti e ospedali coinvolti direttamente, dei servizi e degli ambulatori che si sono ritrovati a dover gestire – e subire – una quasi fine del mondo che nessuno si sarebbe mai immaginato fosse lì, a due passi da casa. In questo tempo di coronavirus mi auguro si capisca che l’isolamento epidemiologico è una necessità e quello culturale una calamità.

L'atmosfera surreale che si respira nell'Italia del coronavirus


L’andamento dell’attuale epidemia di coronavirus probabilmente dovrebbe risolversi nelle prossime settimane.

Il condizionale è d’obbligo per non abbassare la guardia di fronte a questa infezione decisamente strana che vede, per numero di casi rilevati, l’Italia collocarsi al terzo posto (quarto se si considera il “non luogo” della Diamond Princess) dopo Cina, Sud Corea e davanti al Giappone.

Nei prossimi anni epidemiologi e sociologi forniranno ottimi studi per capire cosa è accaduto (e sta accadendo) nel Bel Paese. Per il momento si possono prendere in considerazione gli elementi maggiormente rilevanti al fine di avere un quadro il più possibile realistico della situazione.
Dall’esordio della malattia ad oggi ci sono stati diversi casi di razzismo e intolleranza, con episodi violenti, nei confronti di persone di origine asiatica presenti in Italia. Un filippino picchiato a Cagliari (perché “cinese”), una donna aggredita verbalmente a Torino, vari altri episodi fino ad arrivare al tizio che, in fila alla cassa del supermercato, alla vista di due cinesi ha abbandonato tutto e se l’è data a gambe.

Episodi gravi indicatori dell’atmosfera surreale che si respira in tutto il paese. Supermercati presi d’assalto, non solo al Nord, con incetta di ogni prodotto possibile immaginabile. Diverse le immagini che mostrano carrelli pieni di bottiglie d’acqua, detergenti per i piatti, carta da cucina e Coca Cola.

Mascherine e amuchina sono ormai finite da tempo nelle farmacie e per strada puoi incrociare persone che indossano mascherine chirurgiche, altre con la FFP2 e chi si arrangia con sciarpe e baveri rialzati, oppure chi se ne va in giro a volto scoperto.

In un liceo di una regione in cui – ancora – non sono stati registrati casi di infezione, fra le varie raccomandazioni date dalla direzione c’è quella di non presentarsi a scuola se malati e, l’esortazione alle famiglie, di dotare gli studenti di disinfettanti a base alcolica.

Nulla si dà per scontato. Certo, ma sollecitare l’acquisto di disinfettanti in gel dopo che da giorni ne risultano esaurite le scorte, fuoriesce dalla dimensione dell’irrealtà ed entra in quella dell’obnubilamento dirigenziale.


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Fonte: Nurse24 


Autore: 
Giordano Cotichelli                         


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Articolo tratto interamente da 
Nurse24 



8 commenti:

  1. Caro Vincenzo, io lo spero che qualcosa cambi, prima che il panico invada tutti, certo che sono cose serie.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. A me pare che si stia esagerando, almeno un pochino. Al supermercato dietro casa non ci sono più scatolette e manca l'acqua frizzante . Non mi sembra il caso di far incetta di questi prodotti. E la raccomandazione a comprare gel disinfettanti che da giorni sono esauriti ??!! Mi sembra una situazione surreale e anche un pò ridicola . Speriamo di poter tornare alla normalità presto, ma la vedo dura. Saluti.

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  3. La paura non deve giustificare nessuna forma di razzismo e di caccia all'untore.

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  4. Situazione surreale, oggi l'edicolante mi ha detto che in paese da giorni passano pochissime persone. Disagio sociale e razzismo stanno facendo più del coronavirus. E se il coronavirus fosse partito dall'Italia del nord e non dalla Cina?

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