martedì 25 febbraio 2020

La vera emergenza è climatica


Articolo da Re:Common

La vera e concreta minaccia per l’umanità? Elementare Watson: la crisi climatica. E se lo dicono gli economisti della banca d’affari JP Morgan ci troviamo di fronte alla prova regina che siamo tutti a rischio per come abbiamo strapazzato il Pianeta in tutti i modi possibili e immaginabili. Altro che sindrome influenzale impacchettata in una fin troppo malriposta psicosi…

Partiamo da un primo dato: dalla firma dell’accordo di Parigi, datato dicembre 2015, JP Morgan ha fornito 75 miliardi di dollari (61 miliardi di sterline) di servizi finanziari alle società più attive nel fracking e nella ricerca di petrolio e gas nell’Artico. Ma gli alti papaveri della banca d’affari più amica dei combustibili fossili devono aver compreso che il global warming è un problema reale – forse dovrebbero condividere i loro timori con qualche noto editorialista nostrano – e per capirne di più hanno commissionato una ricerca a due dei loro migliori economisti, David Mackie e Jessica Murray.

Il rapporto è finito nelle mani di Rupert Read, portavoce di Extinction Rebellion UK e docente di filosofia all’Università dell’East Anglia, che lo ha girato al Guardian.

Nell’articolo pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano inglese si leggono stralci dello studio a dir poco eloquenti: la crisi climatica avrà un impatto sull’economia mondiale, sulla salute umana, sulle risorse idriche, sulle migrazioni e sulla sopravvivenza di altre specie sulla Terra. “Non possiamo escludere esiti catastrofici per l’umanità”, segnala il documento, datato 14 gennaio 2020.

Attingendo alla vasta letteratura accademica e alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale e del Gruppo Intergovernativo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (IPCC), il rapporto rileva che siamo sulla buona strada per raggiungere i 3,5°C al di sopra dei livelli preindustriali entro la fine del secolo. Si afferma inoltre che la maggior parte delle stime dei probabili costi economici e sanitari sono troppo basse perché non tengono conto della perdita di ricchezza, del tasso di sconto e della possibilità di un aumento delle catastrofi naturali.

Gli autori sostengono che i governi devono cambiare direzione perché una politica climatica del tipo business as usual “spingerebbe probabilmente la terra in un luogo che non vediamo da molti milioni di anni”, con risultati che potrebbero essere impossibili da invertire.


“Anche se non sono possibili previsioni precise, è chiaro che la Terra si trova su una traiettoria insostenibile” è un altro dei moniti di Mackie & Murray.

Continua la lettura su Re:Common

Fonte: Re:Common


Autore: Luca Manes


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.


Articolo tratto interamente da Re:Common


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.