giovedì 28 settembre 2017

La diffusione della conoscenza attraverso l'Open Source





Articolo da Pressenza


L’esperienza rivoluzionaria di condividere le conoscenze al di fuori di tutti i paradigmi economici dominanti


In questo articolo voglio dimostrare la tesi che ripensare i rapporti fra persone passando da un modello conflittuale ad un modello collaborativo sia efficiente, rivoluzionario e pieno di senso; per farlo utilizzerò l’esempio della logica Open Source e cercherò di definire un metodo didattico ed un metodo di apprendimento che ne sfrutti le potenzialità.


La rivoluzione dell’Open Source

Negli ultimi anni è avvenuta una rivoluzione in un settore che potrebbe sembrare molto tecnico e marginale, ma che in realtà ha già avuto delle grosse conseguenze nella vita quotidiana di tutti noi.
Sto parlando della rivoluzione dell’Open Source e del Software Libero[1] che ho avuto la fortuna di osservare da vicino negli ultimi trent’anni a partire dai suoi antecedenti.
Si definiscono Open Source programmi e sistemi messi a disposizione gratuitamente e sviluppati da insiemi più o meno grandi di persone organizzate in communities.
Il termine deriva dal fatto che, data la necessità di suddividere il lavoro di sviluppo fra più persone possibili, i sorgenti di questi programmi sono pubblici ed accessibili.
Anche gli utenti di questi programmi e sistemi si sono presto organizzati in communities per aiutarsi vicendevolmente nel loro uso.
Le due communities (sviluppatori ed utilizzatori) sono fondamentali nel successo dei relativi programmi
L’ottica Open Source è rivoluzionaria perché nasce da un cambio profondo di paradigma e si manifesta nel mondo cambiando lo status quo in un modo permanente e nonviolento.

Il cambio di paradigma


Nella concezione naturalista dominante ogni persona è in competizione con le altre per ottenere condizioni migliori; ad un livello più alto, l’organizzazione in cui si è inseriti è in una perenne competizione con organizzazioni simili per obiettivi e fruitori potenziali.
Nel paradigma neoliberista ed in altri precedenti esiste la certezza fideistica che questa sia l’organizzazione del lavoro più efficiente, per alcuni l’unica organizzazione del lavoro possibile
In realtà questa concezione viene messa in discussione dalla logica Open Source e, in maniera più radicale, dalla logica del Software Libero.
In questo campo, migliaia di persone lavorano, molti a livello volontario, per mettere a disposizione gratuitamente programmi e sistemi ad insiemi più o meno grandi di persone.
I progetti Open Source rappresentano il trionfo dell’ottica collaborativa ed aperta ed hanno messo in seria difficoltà organizzazioni molto più grandi e potenti, tanto che il modello è stato esportato verso altri settori tradizionalmente più difficili come l’industria manifatturiera tramite le stampanti 3D, l’elettronica di controllo (progetto arduino), fino ad arrivare all’elettronica consumer (raspbarry e vari progetti per cellulari e smartphone).

Dal mondo virtuale al mondo reale


Lo sbarco della logica Open Source nel mondo “reale” è stato all’inizio graduale, ma si è accelerato notevolmente negli ultimi anni costringendo a contromisure le grandi companies dell’informatica
Gli stessi concetti di base del web, sviluppati da Tim Berners-Lee per il CERN di Ginevra, sono in qualche modo contigui con la logica Open Source perché resi immediatamente disponibili a tutti.
Il primo “campo” di conquista dei programmi Open Source è stato quello dei server, con il sistema operativo Linux[2] ed applicazioni lato server come Apache[3] e mySql[4]
Vengono sviluppate applicazioni desktop come Firefox, OpenOffice[5], Gimp ecc. che hanno gradatamente conquistato un numero sempre maggiore di utenti a discapito dei prodotti commerciali.
Sistemi CMS Open Source per la messa online di siti internet e blog hanno tagliato drasticamente i costi per essere sul web in maniera professionale.
Con Android la logica Open Source è entrata nel mondo degli smartphone e di tutta una serie di oggetti quotidiani
Al giorno d’oggi si può scegliere, con un certo grado di libertà, tra applicazioni Open Source ed applicazioni commerciali tanto da spingere alcuni produttori di software tradizionale (Microsoft, Adobe ecc.) a prendere varie contromisure.


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Fonte: Pressenza


Autore: 
Giorgio Mancuso

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Pressenza


2 commenti:

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