giovedì 14 settembre 2017
Il dissesto idreogeologico e l'inizio della stagione delle piogge
Articolo da Comune-info
di Giorgio Nebbia
Piove. Dopo la più calda estate degli almeno ultimi cento anni è cominciata la stagione delle piogge, improvvise e violentissime, decine di centimetri di acqua caduta in un solo giorno, in zone spesso relativamente ristrette. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti; paesi allagati, case distrutte, fabbriche ferme, campi che hanno perduto i raccolti, prima per la siccità e ora per gli allagamenti. Miliardi di euro di soldi, pubblici per ricostruire strade e per risarcire i danni, privati, ma soprattutto beni materiali spazzati via e dolori, spesso morti.
Le cause sono due, su entrambe si potrebbe intervenire, se si volesse. Le bizzarrie di siccità e piogge sono dovute ad un ormai innegabile mutamento del clima rispetto ai decenni e secoli precedenti: mari più caldi a livello planetario, fusione dei ghiacciai permanenti, modificazioni irreversibili del grande ciclo dell’acqua planetario.
La rivoluzione industriale del carbone dell’Ottocento, ma soprattutto nell’ultimo mezzo secolo l’età del petrolio con l’aumento del consumo dei combustibili fossili, l’irrinunciabile alimento della società dei consumi — nei paesi industriali, in quelli di recente industrializzazione e in quelli poveri che aspirano ai modelli di vita europei ed americani — hanno provocato un crescente flusso di gas (anidride carbonica, metano e altri) che, immessi nell’atmosfera, ne alterano la composizione chimica. Questo fenomeno fa lentamente aumentare la quantità di calore solare che resta “intrappolato” nell’atmosfera e che riscalda, di conseguenza, continenti ed oceani.
Da decenni gli scienziati chiedono ai governanti della Terra di rallentare il flusso nell’atmosfera dei gas che alterano il clima, modificando la produzione e il consumo di merci e di servizi, ”limitando” le attività che comportano un crescente consumo di combustibili fossili.
Nonostante le dichiarazioni di buona volontà nessun governante vuole scontentare i venditori di carbone, di automobili, di petrolio, di gas, di elettricità, eccetera. Tutto questo per dire che la situazione continuerà per anni come la conosciamo adesso, con tutti i suoi danni d’estate e d’inverno.
Ciò premesso, i danni dei mutamenti climatici sulle attività umane derivano soprattutto dal fatto che l’acqua piovana, per quanto intensa, non trova più le strade per raggiungere il mare da dove si è originata, quelle strade, rigagnoli e poi torrenti e poi fiumi, che la natura nei millenni aveva predisposto per agevolarne il moto lungo le valli e nelle pianure.
In Italia, nel dissennato uso del territorio di tanti decenni sono stati costruiti, autorizzati ed abusivi, edifici, strade, ponti, ferrovie, senza alcuna attenzione al moto delle acque, anzi alcuni interventi rappresentano veri ostacoli al moto delle acque; per alcune opere sono stati sbancati i fianchi delle valli e sono così stati accelerati i fenomeni erosivi che lasciano un suolo nudo su cui più facilmente e violentemente scorrono le acque.
Spesso dove è arrivata la presenza umana la copertura vegetale è stata considerata inutile; dove si pensa che siano d’intralcio alle opere “economiche”, alberi e macchia vengono estirpati o bruciati.
Per attenuare i dolori e i costi delle alluvioni ci sono (ci sarebbero) alcune cose da fare: prima di tutto opere di rimboschimento e incentivi per riportare l’agricoltura nelle zone collinari perché la cura del bosco e il paziente e rispettoso lavoro degli agricoltori sono i principali rimedi per regolare il flusso delle acque nel loro cammino dalle valli al mare. Se il suolo è coperto di vegetazione la forza di caduta delle gocce d’acqua si “scarica” sulle foglie e sui rami, che sono elastici e flessibili, e l’acqua scivola dolcemente verso il suolo e scorre sul terreno con molto minore forza erosiva e distruttiva.
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Fonte: Comune-info
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Articolo tratto interamente da Comune-info
4 commenti:
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E poi li vogliono denominare fenomeni eccezionali quando allo stato attuale sono purtroppo ordinari e gravissimi.
RispondiEliminaQuesti fenomeni estremi sono diventati sempre più comuni, ma come ho ribadito spesso, solo la prevenzione può evitare tragedie.
EliminaCredo che, ormai, bisogna prevenire. I cambiamenti climatici sono in corso da alcuni anni, l'unica strada possibile è la prevenzione e la messa in sicurezza di tutto ciò che è a rischio... saluti
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo.
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