Articolo da Peacelink
Il quadro che emerge dal Tribunale Permanente dei Popoli, riunitosi dal 12 al 14 novembre scorso per deliberare su libero commercio, violenza, impunità e diritti dei popoli in Messico è preoccupante. Sono numerosi i casi di violenza nei confronti di lavoratori, donne, migranti studenti, difensori dei diritti umani, giornalisti, gruppi e movimenti politici, di cui l’ultimo esempio è stato il massacro dei normalistas della scuola rurale di Ayotzinapa avvenuto nella città di Iguala, stato del Guerrero, il 26 settembre 2014. Il Messico è nelle mani del crimine organizzato in un groviglio che accomuna narcos, partiti ed uomini politici fino ai vertici delle istituzioni.
Lo scorso 4 novembre sono stati
arrestati il sindaco di Iguala, José Luis Abarca, e la moglie María de
los Ángeles Pineda, accusati di essere i mandanti della caccia allo
studente scatenata contro i normalistas. Sono stati gli stessi
agenti e i sicari del cartello della droga Guerreros Unidos a indicarli
come gli autori intellettuali del crimine. Abarca avrebbe ordinato la
strage per impedire che gli studenti contestassero un’iniziativa
politica a cui avrebbe dovuto partecipare la moglie, María de los
Ángeles Pineda, candidata alla successione del marito alla guida della
città. Del resto, entrambi disponevano di agganci e conoscenze di primo
piano tra i cartelli: la stessa moglie di Abarca disponeva di due
fratelli agli ordini del clan dei Beltrán Leyva. Nonostante il caso di
Iguala abbia fatto il giro del mondo, il presidente messicano Enrique
Peña Nieto ha deciso comunque di partecipare al vertice Apec ed ha
iniziato un viaggio che lo ha condotto prima in Cina poi in Australia,
senza curarsi delle crescenti manifestazioni di piazza in tutto il
paese. Tra le mobilitazioni più clamorose quella del blocco
dell’aeroporto di Acapulco, avvenuto ad opera di studenti e maestri e
protrattosi per alcune ore prima che si verificasse la solita
repressione dei militari. Il potere di cui dispone lo stato è tale che
si parla di agenti provocatori infiltrati nei cortei studenteschi:
alcuni mezzi di trasporto incendiati nei dintorni dellUniversidad
Nacional Autónoma de México (Unam) e il fuoco appiccato al portone del
Palacio Nacional di Città del Messico e a quello della capitale del
Guerrero, Chilpancingo, sono stati utilizzati dall’estabilishment per giustificare l’ordine riportato con la forza dai militari ed uno stato di polizia permanente.
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Fonte: Peacelink
Photo credit Realidad Expuesta caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons
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