sabato 15 novembre 2014

Candele di Costantino Kavafis


Candele

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde, e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
la memoria m'accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s'allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.

Costantino Kavafis

 

3 commenti:

  1. Versi veramente profondi che ci fanno fortemente riflettere.
    Ciao e buona domenica caro Vincenzo.
    Tomaso

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  2. Ascoltai la prima volta questi versi da un'anziana collega nelgiorno del suo pensionamento era il 1983. Lei aveva scelto di restare a scuola fin quando nel le fu detto: ora proprio non puoi più.Sgomenta disse di aver amato troppo il suo lavoro da non aver considerato lo scorrere inesorabile del tempo. Ci ripensavo in questi giorni a quella poesia di cui ricordavo il nucleo centrale, ma non i versi. Ed ecco che puntuale arrivi... Grazie, te la ruberò per uno dei prossimi post. Buona domenica.

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