lunedì 17 novembre 2014

La paura numero uno: recensione teatrale


 
La paura numero uno è una commedia in tre atti scritta da Eduardo De Filippo nel 1950, inserita dall'autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari.
 
Trama


Matteo Generoso rende impossibile la vita dei suoi familiari, ossessionato dalla paura dello scoppio della terza guerra mondiale. La moglie Virginia, esasperata, si rivolge al fratello Arturo che escogita una trovata: organizza un finto giornale radio nel quale si annuncia lo scoppio della tanto paventata guerra. Tranquillizzato dalla realizzazione del suo timore ossessivo, Matteo riesce finalmente a guardare avanti, e acconsente al matrimonio della figlia Evelina con il giovane Mariano Conforto.

Però per un tragico errore anche Luisa, la madre di Mariano, sente il finto giornale radio e si convince, malgrado le successive spiegazioni di Virginia, che sia effettivamente scoppiata un'altra guerra: la donna, che aveva perso il marito e il figlio maggiore nei precedenti conflitti, è morbosamente legata a Mariano e all'idea che possa partire anche lui per la guerra, lo mura letteralmente vivo in uno stanzino, intenzionata a farlo uscire soltanto alla fine del conflitto.

Dopo un certo tempo Mariano riesce in qualche modo a fuggire dalla sua prigione e a sposare Evelina. Luisa, apparentemente, accetta la realtà, ma, anche a causa del matrimonio del figlio, resta frustrata nel suo feroce e irrazionale amore materno, e cerca di alleviare il suo dolore dedicandosi alla confezione di marmellate e di frutta sciroppata. Se i figli, infatti, sono destinati a crescere e ad allontanarsi dalla madre, le marmellate possono essere chiuse a chiave in un armadio senza ribellarsi, possono essere possedute senza manifestare nessuna volontà, quindi in definitiva gratificano maggiormente la cieca possessività di Luisa.

Analisi della commedia

Nata su commissione di Gino Cervi e Andreina Pagnani, La paura numero uno fu per il suo autore un relativo insuccesso. A cinque anni esatti da Napoli milionaria!, il tema della guerra torna ad ispirare la fantasia di Eduardo; ma non quella già combattuta, con il suo strascico di lutti e sconvolgimenti morali. Ora è una guerra futura, possibile, temuta, incombente, attualissima: la guerra fredda, della quale tanto si discute in quel momento, e che potrebbe diventare guerra atomica proprio mentre il papa (Pio XII), lancia al mondo il messaggio di fratellanza dell'Anno Santo 1950.

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1 commento:

  1. Non ricordo di averlo visto, ma credo che dopo il spavento si può pure ridere.
    Ciao e buona notte caro Vincenzo.
    Tomaso

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