lunedì 5 maggio 2014

5 maggio 1998 - Alluvione di Sarno e Quindici

 
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Con alluvione di Sarno e Quindici o frana di Sarno si fa riferimento ad un movimento franoso di vaste dimensioni che ha colpito in particolare le aree urbane campane di Sarno (SA), Quindici (AV), Siano (SA), e Bracigliano (SA) tra il 4 ed il 6 maggio 1998, causando la morte di 160 persone. Di queste, 137 rimasero uccise nella sola Sarno, la cui frazione di Episcopio fu l'area maggiormente colpita e 13 nel comune di Quindici, in particolare nella frazione di Casamanzi.
A seguito di questi avvenimenti la prefettura di Napoli decise di attivare una rete di monitoraggio, realizzata ed installata da una società di monitoraggio ambientale, per garantire un controllo delle piogge e dei loro effetti sull'evoluzione della frana.
Nel mese di maggio del 1998 l'area del comprensorio di Sarno fu colpita da un eccezionale evento piovoso, e nell'arco di 72 ore caddero oltre 140 millimetri di pioggia. Il 5 maggio circa due milioni di metri cubi di fango si staccarono dalle pendici del monte Pizzo d'Alvano, investendo i centri abitati circostanti. Anche l'ospedale di Sarno, Villa Malta, posto alle pendici della montagna, fu investito dalla frana.
Sul versante orientale montano della provincia di Avellino - sulle cui pendici sorge il paese di Quindici - si verificarono una decina di eventi franosi, due dei quali investirono il paese. Il primo, nel pomeriggio, si riversò nel campo sportivo senza causare vittime; il secondo, intorno alle 19:00, travolse la frazione di Casamanzi, spazzando via alcune abitazioni e una chiesa. I canali di scolo di epoca borbonica (i cosiddetti "regi lagni") che scorrono dalle falde del monte fino a dentro il paese, anche per l'incuria e lo stato di abbandono in cui si trovavano da anni, si riempirono di detriti franosi, trasformandosi in veri e propri lahar. Laddove gli argini non riuscirono a reggere, il fango invase le strade, riempì i piani più bassi delle case, trascinò auto, alberi e persone. Quattro saranno i morti nel centro cittadino.
Tra le vittime del disastro ci fu anche un soccorritore, il vigile del fuoco Marco Mattiucci, a cui - per l'eroismo dimostrato durante i soccorsi - fu attribuita la medaglia d'oro al valor civile.

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